Iraq, Patriarchi: all’Occidente preme piu’ il petrolio che i cristiani

exxon

 

14 ago 2014 – Durante il vertice del 7 agosto scorso in Libano, i Patriarchi delle chiese orientali hanno deciso di recarsi in visita in diversi Paesi della regione, ma anche Occidentali, per scongiurare la scomparsa dei cristiani in Medio Oriente dopo la tragedia in atto in Iraq. Lo rivela il sito americano Al Monitor, spiegando che si tratta di una decisione maturata dalla convinzione che quanto sta accadendo oggi sulla piana di Ninive sia una conseguenza non solo dell’occupazione dell’Iraq del 2003, ma anche delle politiche adottate dai Paesi occidentali per tutelare i propri interessi petroliferi negli Stati islamici, cosi’ come per garantire gli interessi di Israele nella regione.

Gia’ al termine della riunione, i Patriarchi avevano diffuso un comunicato per chiedere agli arabi e ai musulmani di adottare un atteggiamento fermo sulla vicenda irachena e di adoperarsi contro le discriminazioni religiose nei confronti delle minoranze, lamentando “le timide e insufficienti” prese di posizione da parte “islamica, araba e internazionale”. Nella nota, i Patriarchi avevano anche accusato alcuni Stati europei di “aggravare la situazione incoraggiando l’esodo dei cristiani, con il pretesto di proteggerli, un incoraggiamento che condanniamo e stigmatizziamo”, facendo chiaro riferimento alla proposta di Parigi di accogliere i cristiani in fuga da Mosul.

“Durante l’incontro, i capi delle chiese hanno discusso di tutti i possibili modi per portare aiuto ed e’ stata accettata l’idea di una visita a Baghdad il prima possibile, entro una settimana forse, per discutere con il governo iracheno della situazione dei cristiani in Iraq. La delegazione di alto livello potrebbe anche visitare Erbil con lo stesso obiettivo”, ha raccontato oggi al sito americano Al Monitor, che si occupa di Medio Oriente, il capo della chiesa caldea in Libano, vescovo Michel Kassarji.

“I patriarchi sanno che il destino dei cristiani in Iraq, o di quelli che rimangono di 1,5 milione di cristiani, dipende dalla posizione adottata dai diversi Paesi nel mondo – ha aggiunto – per questo motivo pensiano di fare visita in tutti questi Paesi, da Teheran, Riad e Ankara ai Paesi occidentali”.

Altri hanno anche proposto di organizzare proteste davanti alla sede dell’Unesco di Parigi contro la distruzione dei siti archeologici iracheni che sono stati dichiarati patrimonio dell’umanita’, per smuovere l’opinione pubblica. E le autorita’ religiose non smettono di discutere degli ultimi sviluppi della condizione dei cristiani negli Stati islamici, conclude al Monitor, lacerate tra una convinzione inconsapevole che l’Iraq non sara’ l’ultimo capitolo e che il fondamentalismo islamico sradichera’ i cristiani dal Medio Oriente e la fede nel fatto che lo Spirito Santo, che ha protetto i cristiani per 2.000 anni in mezzo ad atroci orrori, li fara’ rimanere a lungo nella regione. Sim