10 ago. – “Non si fa la guerra in nome di Dio!”.
Lo ha gridato Papa Francesco dopo aver descritto con angoscia all’Angelus le persecuzioni contro i cristiani dell’Iraq.
“Ringrazio – ha aggiunto – coloro che, con coraggio, stanno portando soccorso a questi fratelli e sorelle, e confido che una efficace soluzione politica a livello internazionale e locale possa fermare questi crimini e ristabilire il diritto”.
Da queste parole sembrerebbe che il papa non sia d’accordo con i raid USA sulle postazione jihadiste e si illude che sia possibile un dialogo con i tagliagole che stanno seminando il terrore dalla Siria all’Iraq.
“Per meglio assicurare la mia vicinanza a quelle care popolazioni ho nominato mio inviato personale in Iraq – ha spiegato il Papa ai fedeli di piazza San Pietro – il cardinale Fernando Filoni che domani partira’ da Roma”.
“Noi tutti – ha poi concluso – pensando a questa situazione a questa gente, facciamo silenzio e preghiamo“. “Cari fratelli e sorelle, ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq”. ha confidato Papa Francesco, “migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; persone massacrate; violenze di ogni tipo; distruzione dappertutto, di case, di patrimoni religiosi, storici e culturali”. “Tutto questo – ha scandito – offende gravemente Dio e l’umanita’. Non si porta l’odio in nome di Dio!”. (AGI) .