8 agosto – Malgrado l’allarme per i cristiani massacrati in Iraq vada avanti già da qualche mese, Obama non ha mostrato finora alcun interesse per la sorte della migliaia di persone barbaramente trucidate e uccise. Nè ha mai mostrato interesse per i cristiani uccisi in Siria, dove ancora gli Usa non hanno ANCORA interessi da difendere. Che cosa è successo nelle ultime 48 ore? Che cosa gli ha fatto cambiare idea?
E’ successo che l’avanzata dei jihadisti sta minacciando gli impianti petroliferi di Exxon (entrata nel mercato iraqeno del petrolio nel 2011) e Chevron. Per Obama è dunque arrivato il momento di agire e di fermarli, mascherando però l’intervento militare con un’azione umanitaria, pur fortemente necessaria, nell’infantile illusione che qualche ingenuo ci creda. In realtà la difesa dei cristiani è pura strumentalizzazione, altrimenti non si spiega perchè non siano intervenuti PRIMA! DEL RESTO VEDREMO PRESTO SE è IN BUONA FEDE. Ci tocca solo attendere e vedere se, IN DIFESA DEI CRISTIANI PERSEGUITATI, andrà a bombardare Isis anche in Siria.
Le compagnie petrolifere Exxon Mobil e Chevron hanno iniziato l’evacuazione del loro personale dalla regione del Kurdistan iracheno per motivi di sicurezza rappresentati dalla minaccia posta dall’avanzata dello Stato islamico del nord del Paese. Lo riporta l’emittente al-Arabiya. Quindi è proprio lì che arrivano le “bombe umanitarie” di Obama.
Caccia americani hanno bombardato alcune postazioni dell’Isil in Iraq, dice il Pentagono. Secondo le prime informazioni, sarebbero state colpite le basi dei terroristi sunniti nei pressi di Erbil, nel Kurdistan iracheno. “Gli aerei militari americani – ha scritto su Twitter il portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby – hanno lanciato dei raid contro l’artiglieria dello Stato islamico, utilizzata contro le forze curde che difendono Erbil, vicino al personale americano”.
il via libera ad eventuali attacchi era arrivato dal presidente americano Barack Obama, che aveva dato il via libera anche al lancio di aiuti umanitari ED ha spiegato di aver autorizzato “raid mirati” su richiesta del governo iracheno e per prevenire “atti di genocidio”.
Un’ulteriore avanzata degli uomini dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) potrebbe minacciare la città di Erbil, nel Kurdistan iracheno, minacciando così gli interessi americani, ha spiegato il presidente.
Obama ha sottolineato che nessun soldato americano verrà mandato sul terreno. “Non permetterò – aveva detto – che gli Stati Uniti siano trascinati in un’altra guerra in Iraq”. Gli Stati Uniti, aveva affermato Obama, “sono in grado di evitare un massacro”. “Possiamo agire -ha aggiunto- per evitare un genocidio”.
“Intendiamo agire se verranno minacciate le nostre installazioni ovunque in Iraq… comprese Erbil e Baghdad”, aveva detto Obama nel suo discorso. Oltre all’ambasciata a Baghdad, dove Washington ha mandato in giugno altri 700 soldati per proteggere la sede diplomatica e l’aeroporto internazionale, a Erbil gli Stati Uniti hanno un consolato e un centro militare congiunto con le forze irachene.