19 luglio – «Già magistrato, ora contadino». Firma così Antonio Di Pietro un lungo commento sul blog di Beppe Grillo (Bisignani: rapporti tra Grillo e servizi segreti Usa – Mani pulite, ex ambasciatore: ci fu intreccio tra pm e Consolato americano) dedicato alla sentenza d’appello sul caso Ruby. Il pezzo è sormontato da una foto con Di Pietro pm che interroga Bettino Craxi nell’aula del tribunale di Milano sul caso Enimont.
«Le sentenze -scrive- si rispettano sempre, sia quando piacciono che quando non piacciono e a me francamente non piace né la sentenza di appello di oggi che ha assolto Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby, né la sentenza di primo grado che invece, per gli stessi fatti, lo aveva condannato a 7 anni di carcere».
Di Pietro rileva «due forzature di troppo: in primo grado aver condannato Berlusconi anche per ’concussione per costrizione’ ed in appello averlo assolto anche per il reato di ’prostituzione minorile’». A sua sorella Concetta, ha fatto una traduzione «in dipietrese» della decisione dei magistrati: «I giudici di appello hanno assolto Berlusconi dall’accusa di concussione perché il dr. Ostuni della Questura di Milano non era e non può essere considerato
alla stregua di un ’povero cristo’ che – siccome gli telefona il Presidente del Consiglio – si impaurisce a tal punto da non potergli ’resistere’».
Il fatto non sussiste – Insomma, «ai giudici di Appello potrebbe essere sembrato più plausibile che il dr. Ostuni si sia volontariamente adeguato alle richieste di Berlusconi, pur essendo le stesse improprie e fuori luogo». «Berlusconi, però, è stato assolto anche dall’accusa di prostituzione minorile -prosegue l’ex pm- ma in questo caso non perché ’il fatto non sussiste’ bensì perché ’il fatto non costituisce reato’, vale a dire che il ’fatto’ c’è o ci potrebbe essere stato ma non è reato in quanto Berlusconi non aveva avuto la percezione di avere a che fare con una minorenne». «Comunque per me, per come sono fatto io e per come mi sono sempre comportato -prosegue Di Pietro- avrei preferito che il funzionario della Questura avesse reagito come dovrebbe reagire sempre un Pubblico Ufficiale ’con le palle’ (scusate il termine), resistendo a qualsiasi pressione esterna, fosse pure del Presidente del Consiglio! Bene quindi hanno fatto i giudici di Appello a rivedere questo passaggio della sentenza di primo grado».
Chi vivrà vedrà – «Non mi convince, invece -spiega- neanche l’assoluzione che in Appello i giudici hanno riconosciuto a Berlusconi per il reato di prostituzione minorile e ciò perché non vedo la ragione per cui costui si sia dato tanto da fare quella notte per far uscire dalla Questura la ragazzina Ruby Rubacuori e farla affidare addirittura alle cure della nota consigliere regionale ma, soprattutto, igienista dentale Nicole Minetti se non perché poteva sapere che la ragazza era minorenne e quindi poteva metterlo nei guai». «Ma comunque, ripeto, le sentenze si rispettano ed io ho voluto esprimere le mie riserve, solo per far sapere come la penso e non già per pretendere di giudicare gli altri. Per il resto, chi vivrà vedrà», conclude l’«ora contadino»
Antonio Di Pietro.