UE: la Kyenge accusa Korwin-Mikke di razzismo e chiede “sanzioni appropriate”

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18 luglio – Espressioni razziste nella plenaria di Strasburgo. A chiamare “negri” i disoccupati europei è stato Janusz Ryszard Korwin-Mikke, eurodeputato polacco che siede tra i non iscritti, nonché leader del partito euroscettico Congresso della Nuova Destra. “John Fitzgerald Kennedy – ha affermato Korwin-Mikke durante il dibattito sull’occupazione giovanile – introdusse il salario minimo e, diciamolo francamente, il salario minimo servì a proteggere l’industria del Nord dalla concorrenza del lavoro economico del Sud. Quattro milioni di persone persero il lavoro, ok, erano quattro milioni di negri, ma ora abbiamo 20 milioni di europei che sono i negri d’Europa”.

“Venti milioni di giovani – ha insistito Korwin-Mikke – sono i negri d’Europa e sono trattati come negri: noi dobbiamo distruggere il salario minimo e dobbiamo distruggere il potere dei sindacati perché i sindacati sono gli strumenti per distruggere posti di lavoro”.

A questo punto l’eurodeputato polacco è stato bloccato da David Sassoli, vicepresidente di turno, che lo ha invitato a “usare espressioni consone” all’aula.

L’episodio ha suscitato la reazione di Cecile Kyenge, ex ministro per l’Integrazione ora europarlamentare Pd. “Un intervento dai contenuti gravissimi” che merita “sanzioni appropriate”, ha detto Kyenge. Sono “parole che offendono la dignità di questo luogo e lo spirito dell’Unione europea – ha poi aggiunto intervenendo in aula alla ripresa della sessione plenaria – le sue parole ledono i principi dell’articolo 11.2 del regolamento, parole che non offendono le persone con altro colore della pelle, ma tutti noi in questo Parlamento che condividiamo i valori di uguaglianza”.

La deputata del Pd ha quindi chiesto “sanzioni appropriate” anche perché le “parole espresse in questa sede hanno un peso: da qui deve iniziare battaglia contro ogni forma di razzismo”.