Altro che privacy, email e telefonate degli italiani a rischio: c’è il dossier segreto
17 luglio – Una relazione riservata del Dipartimento attività ispettive dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, inviata al presidente del Consiglio dei ministri, rivela come esista un clamoroso e grave buco nero nella sicurezza delle telecomunicazioni italiane. Grave al punto che le vostre telefonate, sms, email, chat, contenuti postati su Facebook potrebbero essere a rischio.
Sarebbero infatti emerse, scrive Repubblica, “una serie di gravi criticità sulle misure di sicurezza logiche e fisiche concretamente adottate da queste società/consorzi nella gestione dei loro sistemi”.
Non è una cosa da poco secondo gli ispettori: “La cosa merita la massima attenzione in quanto si tratta di strutture nevralgiche nel sistema di comunicazioni elettroniche del Paese poiché attraverso questi nodi di interscambio passano enormi flussi di traffico relativo alle comunicazioni degli abbonati e utenti (anche pubbliche amministrazioni e imprese) dei principali operatori nazionali”.
Ecco i dettagli “tecnici” riportati da repubblica in articolo di di MARCO MENSURATI e FABIO TONACCI
“Gravi criticità nel sistema che gestisce le telecomunicazioni e livelli di sicurezza inadeguati: minacciati i diritti dei cittadini”. La falla riguarda i nodi a cui affluiscono i cavi: “Facile deviare e duplicare le informazioni”
Tutto ruota intorno agli Internet eXchange Point (IXP) e ai sistemi di sicurezza, insufficienti, che li dovrebbero proteggere. Gli Ixp sono delle infrastrutture chiave per il funzionamento di Internet. Di fatto sono dei luoghi fisici in cui convergono tutti i cavi che trasportano i dati degli utenti dei vari Internet Service Provider (Telecom, Fastweb, H3G, ecc. ecc.). In questi luoghi, i dati vengono letti, elaborati e dunque smistati nella Rete
gli hardware ospitati in queste strutture sono di varia provenienza: ci sono, ad esempio, router a marchio Huawei e Cisco, due multinazionali non estranee alle recenti polemiche sullo spionaggio. La manutenzione delle macchine può essere fatta anche da remoto e volendo non sarebbe complicato avviare funzionalità di mirroring e dirottare il traffico copiato.
Tra i 132 operatori connessi al “Mix” di Milano ci sono gli americani At&T;, Amazon, Facebook, Google, Microsoft, Verizon. Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e del Gruppo Pirelli, la vede in maniera a dir poco laica: “Il problema non è se i dati vengano o meno copiati. Questo in fondo starebbe nelle cose, e al massimo bisognerebbe capire chi è che intercetta e perché, visto che in Italia i nostri servizi segreti non dispongono dei mezzi per immagazzinare e analizzare moli significative di dati. Il vero problema è che, considerato il livello scarso di sicurezza di queste strutture, se fossero intercettate in Italia, oggi, non ce ne riusciremmo nemmeno ad accorgere”.