“Calabria: processione fa ‘inchino’ al boss. Alfano: “ributtante”

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6 luglio – La processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico di Oppido Mamertina si è fermata davanti all’abitazione del presunto boss della ‘ndrangheta Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute. Nel momento in cui la processione – secondo quanto riporta il Quotidiano della Calabria – ha fatto la sosta il comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina si è allontanato in segno di dissenso da quanto stava accadendo.

Altri due carabinieri, invece, hanno documentato quanto stava accadendo e gli esiti dei loro appunti sicuramente confluiranno in una relazione di servizio che sarà inviata alle autorità di ordine pubblico. “Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha definito l’omaggio della processione a Oppido Mamertina alla casa del boss. Il ministro si è inoltre complimentato con i Carabinieri che hanno preso le distanze da quelli che Alfano giudica “atti incommentabili”. La processione, giunta nei pressi dell’abitazione di Peppe Mazzagatti, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione per delinquere, si è fermata per circa trenta secondi. La statua della Madonna delle Grazie, portata da numerose persone, era preceduta da alcuni sacerdoti e da un gruppo di amministratori locali.

LA SCOMUNICA DEL PAPA Sono trascorsi solamente quindici giorni da quando Papa Francesco, nel corso della messa nella spiana di Sibari, ha scomunicato i mafiosi. Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la ‘ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene. “Quando non si adora il Signore – aveva detto il Papa – si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi”. “Quelli – aveva concluso – che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”.

UNA SFIDA AL PONTEFICE “Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole”. Lo ha detto all’ANSA il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, circa la vicenda di Oppido Mamertina. “Il Papa – ha aggiunto – non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani. Bene il comportamento dei Carabinieri che hanno capito quanto stava accadendo. La Procura farà il suo lavoro”. “Purtroppo – ha proseguito Gratteri – la storia si ripete. Ora voglio cercare di capire cosa faranno e quali saranno le azioni dei Vescovi della Calabria”. “Così come voglio vedere – ha concluso – quale sarà il comportamento di tutti i sacerdoti. Mi auguro che la chiesa non abbia tentennamenti così come accaduto per la Vara (la sacra effige della Madonna, ndr) portata a spalle da gente che si professa cristiana ma che di cristiano non ha proprio nulla”.

PROVVEDIMENTI IN ARRIVO “Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti”. Lo ha detto all’ANSA il Vescovo della Diocesi di Oppimo-Palmi, mons. Francesco Milito, dopo l’omaggio della processione alla casa di un boss a Oppido Mamertina “Abbiamo appreso stamane – ha aggiunto – di quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti”.

LE PAROLE DI ALFANO “La lotta a tutte le mafie – ha dichiarato il ministro Alfano – e’ anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitu’ e soggezioni di chi le omaggia ed e’ anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza”. “Papa Francesco, un combattente – aggiunge Alfano – qualche giorno fa ha detto che questa e’ l’unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi e’ schiavo del male e della cultura della morte”. “Questo – prosegue Alfano – vale per tutti. Per ognuno nel proprio ruolo. Ma soprattutto per chi, proprio per il ruolo, ha il compito e la responsabilita’ di guidare una comunita’ e di educare”. tiscali