4 luglio – “A me sembra che tutto il Veneto, alla fine, sia commissariato. In mano ai prefetti che altro non sono che burocrati ben stipendiati. Due eventi straordinari sono stati dati da governare a persone non elette dal territorio, che gestiscono potere e denaro pubblico e che si permettono di indire tavoli convocando loro direttamente i partecipanti e interlocutori politici”.
L’attacco del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro è rivolto alle figure dei prefetti che in questi giorni gestiscono tematiche spinose come il caso dell’area metropolitana di Venezia e l’arrivo della nuova ondata di profughi.
“Ieri, la riunione generale in prefettura per discutere su come gestire l’arrivo di oltre 700 profughi. E il risultato raggiunto: l’arrivo certo di una nuova ondata di fuggiaschi a cui verrà dato un compenso/stipendio di 35 euro più Iva al giorno, che in un mese fa circa 1.050 euro. Una cifra che molti dei pensionati italiani non ricevono dopo 40 anni di lavoro e continue tasse da pagare – attacca il presidente Leonardo Muraro – Eppure, la cosa che mi lascia più basito che siano propri i prefetti, figure dubbie da sempre, a gestire una situazione spinosa e politica.
Il governo taglia le Province perché ente inutile e ordinamento di vecchio stampo, riduce drasticamente le Camere di Commercio perché inutili ed eredi di un vecchio retaggio amministrativo ormai superato, ma lascia le Prefetture organi anacronistici, un doppione per alcuni versi delle Questure. E i risultati sono comunque sotto gli occhi di tutti: basti vedere la situazione della Provincia di Belluno commissariata da più di 2 anni sempre più abbandonata – e conclude Muraro – il mio augurio è che i prefetti ritornino a fare il loro lavoro ovvero ordine pubblico sulle strade, magari riprenderebbero realmente contatto con i problemi della gente.
Quanto al Veneto, magari una spinta di reni e di orgoglio: le recenti vicende, vergognose senza ogni dubbio, vanno imputate principalmente alla responsabilità del singolo. Il ‘sistema’ (politico, burocratico, etc) che sempre si condanna è, magari, lo strumento, ma non il soggetto”.
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