13 giu – Il Comune di Roma ha pagato dieci milioni di euro per costruirlo. Conta più di 160 casette prefabbricate dove abitano quasi mille nomadi. È il «villaggio della solidarietà» de La Barbuta, periferia sud-est della Capitale al confine con Ciampino, inaugurato nel 2012. Doveva essere il fiore all’occhiello degli insediamenti regalati agli zingari. Dopo tre anni è ridotto in pessime condizioni. Gli «inquilini» hanno mostrato scarsissimo rispetto per la loro casa. Gli alloggi, i cosiddetti moduli abitativi, sono stati distrutti e incendiati, le strade sono state ridotte a discariche, cataste di auto rubate e ridotte a rottami vengono smontante e rimontate tra la spazzatura. Non hanno avuto rispetto per nulla, nemmeno per la Croce Rossa a cui erano stati assegnati due locali proprio per aiutare i rom. Queste due strutture sono state bruciate l’estate scorsa.
Il presidente provinciale della Croce Rossa di Roma, Flavio Ronzi, è esasperato: «Da mesi ormai chiediamo all’assessore alle Politiche sociali Cutini (Roma, Cutini: modificare la percezione negativa sulla presenza Rom, ndr) un incontro per parlare del degrado e delle situazioni di tensione all’interno del campo, ormai è una zona franca ma nessuno ci ha ancora dato risposte». Insomma, così non si può andare avanti.
«Nel lungo termine – spiega Ronzi – chiediamo il superamento dei villaggi attraverso un’integrazione effettiva dei nomadi, come avviene in tutta Europa, ma nel frattempo la sicurezza e il rispetto delle regole all’interno dei campi devono essere garantiti: le istituzioni, invece, sono totalmente assenti, non tutti i bambini vanno a scuola al mattino, c’è chi sfreccia con la sua auto all’interno quando vuole, ci sono situazioni di illegalità che non vengono perseguite, durante la notte o nei fine settimana, quando non ci siamo, il quadro peggiora e tutto diventa lecito». Come il rogo, appunto, dello scorso anno, appiccato alla sede della Cri che conta otto operatori. «Hanno distrutto anche i container per le attività ludiche – aggiunge – erano stati installati nell’ottica della socializzazione e dell’integrazione, i continui incendi di moduli abitativi, gli ultimi poche settimane fa, dimostrano che la sicurezza e il diritto, anche con investimenti da milioni di euro, non abitano a La Barbuta». Insomma si chiedono risposte: «Se questa amministrazione insiste coi campi, li controlli e faccia attuare i regolamenti, altrimenti ci spieghi cosa intende fare: il degrado, del resto, non riguarda solo i villaggi ma l’invasione di insediamenti abusivi lungo il Tevere, sotto i ponti, lasciare la situazione com’è avrà solo l’effetto di amplificare il conflitto e l’intolleranza sociale».
La Croce Rossa è stata vittima anche di altre vessazioni. Basta ricordare cosa è accaduto il 7 luglio del 2013. Per farlo leggiamo la relazione stilata dagli addetti alla vigilanza: «Alle ore 02,15 circa, mentre espletavamo il servizio di monitoraggio, notavamo tre ragazzi che entravano nel modulo della Croce Rossa dal quale asportavano materiale voluminoso, presumibilmente un tavolo e probabilmente altre cose. Avvertivamo la sala operativa che inviava sul posto la nostra unità mobile di supporto e due pattuglie della polizia di Roma Capitale, le quali si prodigavano per le procedure del caso. Lo stesso modulo altre volte è stato fatto oggetto di razzie e atti vandalici». Proprio così, questa è la routine con cui devono fare conto ogni giorno le guardie addette al controllo del campo che sono state assunte come addetti alle pulizie. Non hanno nemmeno la pistola d’ordinanza, in pratica non possono difendersi e sono bersaglio quotidiano di minacce e aggressioni da parte dei nomadi.
La situazione è sempre più critica. Ad aprile, ad esempio, sono stati bruciati due moduli abitativi e un’auto parcheggiata in una strada laterale. I responsabili, ovviamente, non sono stati trovati. La criminalità continua, il degrado pure. Lo stesso fa il Comune di Roma che continua a pagare per garantire un alloggio decoroso a chi, probabilmente, non interessa.
Dario Martini per Il Tempo
Sarebbe ora di liberarsi di questa gentaglia indesiderata. Se non sono in grado di accettare le regole del vivere civile che siano espulsi . Al diavolo il buonismo
Questi non hanno mai voluto integrarsi preferiscono delinquere gli rende di più anche perché sono previlegiati dai vari istituti e politici, anno il diritto di avere una casa popolare nei confronti di un pensionato Italiano che ha sempre pagato i contributi, tasse e balzelli vari, anche se loro delinquono e anno ville, auto di lusso di grandi cilindrate, e se vanno in galera faranno si e no qualche mese e poi di nuovo pronti a iniziare di nuovi i loro danni alla collettività.
Visto che è il popolo delle tenebre……potrebbe rimanere in casa sua
Romani,…svegliatevi !!!
tutti gli italiani dovrebbero svegliarsi
I 10 milioni andavano spesi per le famiglie più povere di romani, per i lavoratori in difficoltà e non per loro che generalmente non vogliono integrarsi e non rispettano nessuna regola della convivenza. Vadano via se sono stranieri e se sono italiani devono muoversi continuamente, come indica il loro nome ” nomadi” senza arrecare danno altrimenti paghino le conseguenze. Basta con il “buonismo” siamo esasperati e prima o dopo ci ribelleremo a questo andazzo di cose.
Ripaghiamoli con la stessa moneta…incendiamo le case con loro dentro…..NON datemi di razzista…mio figlio è metà rumeno e ha 1/8 di sangue zingaro….proprio perchè CONOSCO come vivono li condanno….chi vuole conoscere la mia storia mi può contattare in privato
Avere la fortuna di essere ospitati in un paese con problemi politici ed economici, riuscendo ad ottenere alloggio, e avere cosi’ poco rispetto, indica palesemente la NON INTEGRAZIONE!!…. quindi?…. sveglia “PADRONI POLITICI”!
Visto che NON si vogliono integrare, distruggono e delinquono, dovrebbero essere espulsi come hanno fatto in Francia perché troppo diversi. In Italia sono diventati talmente tanti, non riconoscono il nostro senso civico, il loro unico scopo è delinquere! Cosa si aspetta una rivolta popolare?
Condivido in pieno Ornella , ribelliamoci TUTTI IN
MASSA e riispondiamo come si deve. Poi voglio vedere che fanno sti miserabii protetto da delinquenti piu’ miserabili di loro.
io dico che è ora di finirla che vadino dove vogliono non in Italia. Ci rubano, ci ammazzano, non rispettano le regole del paese che li ospitano, poi bruciano le case date a loro e sputano sul piatto dove mangiano. Ma dove andremo a finire.
Ah beh, l’ultima frase fa capire tutto…a questa gente non interessa ne integrarsi ne tantomeno rispetta le leggi