L’exit stratey dell’immigrazionismo non è Mare Nostrum, ma Italia Nostrum. l CIE VANNO FATTI NEI LUOGHI DI PARTENZA!
12 giugno – Ci sono arrivati anche loro. Meglio tardi che mai! “Il governo si impegni “a verificare ogni iniziativa che consenta il superamento” di Mare Nostrum, “doverosa risposta emergenziale, ma che non può in alcun modo costituire la soluzione definitiva”. E’ una delle richieste della maggioranza in una mozione – discussa ieri al Senato – che di fatto impegna il governo a individuare una exit strategy.
Il fenomeno dell’immigrazionismo, voluto dai neonazisti tecnocrati della Ue, si può fermare solo attraverso la costruzione di CIE, Centri Immigrazione Emigranti nei luoghi di partenza. I Cie, Centri di Identificazione ed Espulsione in Italia sono un’altra cosa e sono al collasso. Gli italiani ne hanno fin sopra i capelli di questa situazione. E’ ora di dare un taglio netto a questa drammatica realtà e lo si può fare solo organizzando i ‘flussi migratori’ nei paesi di partenza e non di arrivo.
I CIE, i Centri di Identificazione Emigranti che propongo, devono innanzitutto distinguere i profughi e i rifugiati da tutti gli altri. Questi hanno la priorità anche in base alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e vanno salvaguardati, aiutati e ospitati. Questa operazione puo’ essere fatta benissimo a Bengasi invece che a Pozzallo. Successivamente devono essere identificati tutti gli altri migranti dai quali si devono acquisire più informazioni possibili: il Paese che vogliono raggiungere, agli studi conseguiti, il lavoro svolto o che vogliono svolgere. Inoltre, il CIE deve ospitare un centro medico avanzato nel quale controllare se il migrante è portatore sano di malattie trasmissibili e in quel caso, si possa procedere alla profilassi e cura.
I migranti, una volta identificati, controllati e registrati potranno ricevere un permesso di soggiorno di 3 mesi per il Paese prescelto e un ticket per il viaggio gratuito su Traghetti o Grandi Navi Veloci finanziati dalla Ue.
Mezzi navali che collegano il porto di partenza al porto di arrivo. Una volta raggiunto il Paese desiderato, all’immigrato si dovrebbero dare 3 mesi di tempo per trovare un lavoro regolare. Durante questa permanenza, al fine di ammortizzare i costi e per dare segnali di inclusione volontaria nel tessuto sociale, l’immigrato dovrà svolgere un lavoro socialmente utile e frequentare un corso ad hoc di lingua e cultura italiana. Se l’immigrato, entro i 3 mesi tstabiliti, non trova un lavoro (ovviamente regolare), deve ritornare volontariamente (diversamente, in maniera coatta) nel proprio Paese. Nel caso in cui l’immigrato si renda responsabile di aver commesso dei reati, questi, deve essere giudicato per direttissima e se condannato, deve essere rimpatriato per scontare la pena nelle carceri del Paese d’origine.
Questa operazione pare semplicistica, ma in realtà è solo semplice. E’ una operazione che ho chiamato: “ITALIA NOSTRUM”.
Italia Nostrum consente innanzitutto di eliminare la criminalità organizzata che, con la complicità di leggi immigrazioniste (abolizione del reato di clandestinità) e operazioni suicide (come Mare Nostrum), incassa milioni di euro ogni giorno. Italia Nostrum, consente di ottimizzare le risorse umane (900 Marinai oltre a centinaia di uomini di altri corpi militari e Forze dell’Ordine) e economiche (300mila euro al giorno) che oggi sono messe a disposizione per l’operazione di favoreggiamento all’immigrazione clandestina senza alcun beneficio per nessuna delle parti in causa, ma che evidentemente a qualcuno fa comodo.
Italia Nostrum consentirebbe inoltre di non riempire più le carceri di immigrati che delinquono (oltre il 35%) e che ci costano oltre 300 euro al giorno. Questo è in linea di massima il progetto, ma in realtà è molto più articolato e dettagliato. Se i soloni di Montecitorio o del Viminale sono interessati, sono a disposizione.
Armando Manocchia