8 giu – TREVISO — Prima suonano insistentemente il campanello sostenendo di essere destinatari dell’appartamento, poi forzano la porta d’ingresso. Ma alla minaccia delle vittime di chiamare la polizia, sono costretti a far perdere le proprie tracce. Protagonisti della vicenda, raccontata dalla Tribuna di Treviso, un uomo e una donna di origine nomade che martedì sera hanno tentato di impossessarsi di un appartamento in via Bianchini a Santa Bona di Treviso.
Hanno bussato alla porta di un’abitazione in cui risiede un anziano e, insieme ai figli, sono entrati pretendendo di avere l’appartamento, in quanto sostenevano di aver diritto ad un alloggio Ater concesso dal Comune. Sono costretti però ad andarsene a causa delle proteste degli altri inquilini, che hanno minacciato di far intervenire la polizia.
Il mattino seguente, però, la storia si è ripetuta. La donna si è ripresentata al condominio, ma stavolta gli inquilini avevano già avvisato l’Ater che in poco tempo aveva provveduto a rendere la casa inaccessibile, in quanto sembra che la nomade fosse già riuscita a entrare più volte. La donna, di fronte alla resistenza dei condòmini, ha dovuto abbandonare un’altra volta. Nei prossimi giorni probabilmente partirà anche una denuncia contro ignoti.
Solo poche settimane fa a San Pelajo si era verificato un episodio simile. Una discussione tra famiglie nomadi era scoppiata in rissa. Nell’occasione erano spuntate anche delle armi, motivo per cui era intervenuta la polizia.
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Questa cosa in realtà è già successa in molte cittadine d’Italia. Oramai sia i nomandi che gli immigranti hanno capito che tutti hanno paura d’intervenire nei loro confronti. Appena si tocca un immigrante o un Rom in Italia si viene accusati di razzismo. Quanti italiani devono essere uccisi, violentati, picchiati, derubati ecc per prendere delle decisioni drastiche contro questa gente?