4 GIU – ”È possibile affermare che, sulla base dei campioni di suolo ed acque prelevati, non siamo in presenza di un disastro ambientale”. È uno dei passaggi della relazione del professor Mario Mariani, consegnata stamani alle parti nel corso del processo per disastro ambientale nel Poligono Interforze del Salto di Quirra, che si sta celebrando a Lanusei e che vede oltre 20 persone imputate a vario titolo.
Dopo un anno di indagini, esami, prelievi di terreno, di campionature, i superperiti del tribunale di Lanusei (geologi, biologi, chimici, ingegneri) hanno quindi stabilito che nell’area del Poligono interforze del Salto di Quirra non c’è stato disastro ambientale. Il 28 marzo scorso la procura di Lanusei aveva chiesto un nuovo sequestro dell’area e il gip Nicola Clivio affidò l’incarico al pool di studiosi coordinati dal professor Mario Mariani, del Politecnico di Milano. Stamani le conclusioni degli esperti, oltre 79 pagine (più gli allegati tecnici), sono state consegnate alle parti nel processo in corso a Lanusei per ‘disastro ambientale’.
”È possibile notare -scrive Mariani – che i valori dei diversi parametri ottenuti nel corso di questa campagna analitica non sembrano discostarsi molto dai valori riscontrati durante le precedenti indagini analitiche. Nelle zone interne al Poligono è possibile che fenomeni di dispersione di polveri fini abbiano contribuito a variare il contenuto elementare di suoli caratterizzati in origine da geo-litologie con diversa composizione chimica”.
”La presente relazione peritale, nel merito della parte di quesito che domanda ‘se per effetto delle attività militari svolte attualmente o in passato all’interno del poligono si sia determinato un danno all’ambiente avente potenza espansiva e attitudine ad esporre a pericolo collettivamente un numero indeterminato di persone anche all’esterno dei poligono medesimo’ esprime (a pagina 74, ndr) parere negativo precisando – spiega Mariani – che, fortunatamente, non vi sono evidenze che possano far pensare alla situazione di disastro ambientale”. “Inoltre, è possibile puntualizzare che la situazione interna ai poligoni, anche nelle aree a più intensa attività militare, così come e a maggior ragione in quelle esterne, non è paragonabile a quella esistente in siti contaminati riconosciuti nel Paese come siti di interesse nazionale (Sin), quali ad esempio i Sin di Porto Torres (Sassari), Gela (Catania), Porto Marghera (Venezia)”. Le parti hanno tempo fino al 18 giugno, data fissata per la nuova udienza, per produrre le proprie osservazioni alla perizia. adnkronos