28 magg – Tasso di natalità in calo da quando è iniziata la crisi nel 2008. In Italia, infatti, si vive sempre più a lungo ma resta bassa la propensione ad avere figli: le donne fanno pochi figli e sempre più tardi, a 31 anni in media il primo figlio. E’ il quadro dipinto dall’Istat nel Rapporto annuale 2014.
Nel 2012 la speranza di vita alla nascita è giunta a 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne (rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media europea del 2012). Allo stesso tempo nel nostro Paese persistono livelli di fecondità molto bassi, in media 1,42 figli per donna nel 2012 (media Ue28 1,58). L’indice di vecchiaia è tra i più alti al mondo. Al primo gennaio 2013 nella popolazione residente si contano 151,4 persone over65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Tra i paesi europei solo la Germania ha un valore più alto (158), mentre la media Ue28 è 116,6.
Dal 2008 si è invertito il trend di crescita della natalità in atto dal 1995. Nel 2013 si stima che saranno iscritti in anagrafe per nascita poco meno di 515 mila bambini, circa 64 mila in meno in cinque anni e 12 mila in meno rispetto al minimo storico delle nascite registrato nel 1995.
Le donne italiane in età feconda fanno pochi figli (in media 1,29 per donna) e sempre più tardi (a 31 anni in media il primo figlio). Inoltre sono sempre meno numerose per via dell’uscita dall’esperienza riproduttiva delle “baby-boomers” e, più in generale, delle nate fino alla metà degli anni ’70. In termini numerici, queste generazioni sono circa il doppio delle coorti di donne più giovani che stanno entrando nel pieno della loro storia riproduttiva.
Anche la popolazione femminile straniera in età feconda sta rapidamente “invecchiando”: la quota di donne straniere in età 35-49 anni, rispetto al totale delle donne straniere in età feconda (15-49 anni), è aumentata di 6 punti percentuali dal 2005 al 2013, passando dal 41 al 47%. Pur mantenendosi su livelli di fecondità decisamente più elevati di quelli delle donne italiane, il numero medio di figli per donna delle cittadine straniere (2,37 nel 2012) è anch’esso in rapida diminuzione e il loro contributo alla fecondità complessiva della popolazione si va progressivamente riducendo. tmnews