21 mag. – In piena crisi ucraina Vladimir Putin aggiunge un ulteriore tassello allo smarcamento dai mercati europei per la vendita del gas russo. Dopo oltre un decennio di trattative Mosca ha firmato un’intesa di lungo termine, 30 anni, per fornire alla Cina 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno per un valore complessivo di 400 miliardi di dollari (56 in meno della cifra uscita nei giorni scorsi) come ha confermato l’Ad di Gazprom, Alexei Miller.
L’accordo tra la russa Gazprom e la cinese CNPC partira’ dal 2018. Il contratto e’ stato firmato dai presidenti dei due gruppi, Zhou Jiping, a capo di China National Petroleum Corporation (CNPC), e Alexei Miller, CEO di Gazprom.
La firma dell’intesa, avvenuta alla presenza di Vladimir Putin e Xi Jinping, rappresenta un’importante sviluppo per Mosca che dall’inizio della crisi ucraina sta cercando sbocchi alternativi per vendere il suo gas. Fino al 2013 l’Europa e’ stato il primo cliente di Mosca con 160 miliardi di metri cubi acquistati ma la Cina da sola e’ gia’ da quest’anno sara’ un mercato piu’ grande. Pechino prevede di aumentare del 20% le importazioni di gas, per ridurre il peso dell’inquinantissimo carbone per produrre energia elettrica, e arrivare a 186 miliardi di metri cubi.
Nonostante le trattative fossero in corso da un decennio la crisi con Kiev e l’Occidente ha spinto Putin ad accelerare e a concedere uno sconto sul prezzo richiesto, che nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni, oscillava in un range tra i 350 e i 400 dollari per mille metri cubi. E proprio sulla cifra inferiore si e’ raggiunta l’intesa. In questo modo la pressione delle eventuali sanzioni economiche di Usa e Ue si depotenzia. Mosca, anche se tra 4 anni, avra’ un grosso mercato alternativo all’Ue. Ue che salvo un’intesa dell’ultima ora tra Kiev e Mosca rischia dal 3 giugno di trovarsi senza gas dopo che Gazprom ha preteso il pagamento anticipato delle forniture per il mese di giugno (1,66 miliardi di dolati) e il saldo del pregresso pari a 3,5 miliardi.
Kiev si rifiuta e pretende che la Russia torni a praticare lo stesso prezzo di 265 dollari per mille metri cubi quando al potere c’era (fino a febbraio) il filo-russo Viktor Yanukovich, contro i 485 (la cifra piu’ alta chiesta dal colosso ernegetico russo) dollari dal primo aprile. Tecnicamente ora l’ultimo ostacolo tra Mosca e Pechino sara’ l’intesa sulla costruzione della condotta che dalla frontiera cinese portera’ alla rete di Pechino il gas russo. Da parte sua Mosca ha completato la “Siberian pipeline” che si ferma al confine. Il tratto rimanente e’ stimato costera’ tra i 22 e i 30 miliardi di dollari. (AGI) .