4 mag. – “Io e i miei figli, rivedendo le scene di violenza andate in onda ieri sera in tv, siamo rimasti sotto choc e ci siamo sentiti umiliati, offesi, indignati e impotenti. Ci siamo vergognati perche’ allo stadio in tribuna erano presenti i vertici dello Stato”. Al Corriere.tv parla Marisa Grasso, la vedova dell’ispettore capo Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio 2007 nello stadio di Catania. “Vedendo quel tifoso prepotente con il nome dell’assassino di mio marito sulla maglietta ho capito quanto lo Stato sia debole.
Ieri sera non ho ricevuto neppure una telefonata da parte dei vertici del Paese, mi sono sentita sola. Si sono dimenticati il dolore che abbiamo a casa e che mio marito era un servitore dello Stato, che ha indossato la divisa con onore. Mi ha chiamato, per prima, una famiglia di tifosi della Fiorentina per dirmi che mi stavano accanto e che mi volevano bene”.
CONSAP, OLTRAGGIATA la MEMORIA RACITI
“Ieri, oltre ad essere stata data una vera e propria pugnalata alla legalita’, e’ stata oltraggiata in mondovisione la memoria dell’ispettore Raciti e il dolore dei suoi familiari”. A sostenerlo e’ Gianmario Morello, segretario nazionale del sindacato di polizia Consap, secondo cui allo Stadio Olimpico, sede della finale di Tim Cup, “ha prevalso la violenza. La notizia ha fatto il giro del mondo. La decisione di far giocare la finale e’ stata lasciata al capo tifoso napoletano ‘Genny a carogna’ immortalato dalle tv di tutto il mondo con addosso una maglietta vergognosa, inneggiante a Antonio Speziale, tifoso catanese condannato proprio per l’uccisione dell’ispettore Filippo Raciti“.
“Ma che ci stanno a fare allo stadio, comodamente seduti in tribuna d’onore – chiede polemicamente Morello – il presidente del Consiglio, il presidente del Senato, il prefetto ed il questore se poi nessuno di loro ha il coraggio di prendere una decisione? Perche’ dobbiamo continuare a pagargli lauti stipendi e annessi benefit se poi al momento delle decisioni si tirano indietro lasciando campo libero al primo capo popolo di turno? Non ci sono giustificazioni che tengono e non ci sono scuse a posteriori che potranno guarire questa ferita ne’ per il compianto collega Filippo Raciti, ne’ per tutti i cittadini onesti”. (AGI)