1 magg – Quanta Grazia Presidente! Se Silvio Berlusconi vuole ottenere la Grazia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deve entrare in Lotta continua oppure in un gruppo austriaco irredentista dell’Alto Adige. Altrimenti per lui non ci sono speranze.
Se si guarda con attenzione alla sequenza dei decreti di Grazia controfirmati dal Presidente della Repubblica si scopre che la lotta armata ha avuto un posto importante nelle decisioni per concedere questo istituto. I difensori del Presidente della Repubblica sostengono che rispetto al passato vengono concesse molti meno provvedimenti di questo tipo. Infatti, se si guarda con attenzione al passato, si scopre che dal 1951 ai primi anni ’90 il numero dei graziati è stato complessivamente molto elevato (circa 46.000); negli ultimi due decenni esso è andato progressivamente riducendosi, presumibilmente anche a causa dell’introduzione nell’ordinamento di nuovi benefici penitenziari e di misure alternative alla detenzione che certo non hanno cambiato la situazione della giustizia italiana.
Ma andiamo con ordine. Il 31 maggio 2006, non appena arrivato al Quirinale, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano concede la Grazia a Ovidio Bompressi per gravi problemi di salute. L’ex attivista di Lotta Continua era stato condannato a 22 anni per l’assassinio del commissario Luigi Calabresi nel 1972. Per alcuni anni il ministro della Giustizia Roberto Castelli aveva impedito a Carlo Azeglio Ciampi di concedere la Grazia al detenuto perché si era rifiutato di controfirmare il decreto del Capo dello Stato. Sulla vicenda interviene la Corte Costituzionale che dà ragione al Quirinale. Napolitano concede la Grazia a tempo di record con il benestare del Guardasigilli Clemente Mastella. Il quotidiano dei Democratici di Sinistra, l’Unità , esulta per l’atto del Capo dello Stato, scrivendo che quella di Bompressi «è una vicenda pesante come un macigno, un simbolo doloroso dei nostri anni di piombo». Il titolo del quotidiano diessino è eloquente: «Finalmente la Grazia a Bompressi».
Il 26 giugno 2006 è la volta del disertore Roberto Puddu, condannato da un tribunale militare. A sollecitare la Grazia è il ministro della Difesa Arturo Parisi. La novità della Presidenza di Giorgio Napolitano è che il Quirinale istituisce un ufficio per le Grazie affidato a Loris D’Ambrosio. L’esordio di questo ufficio avviene il 5 dicembre 2006 quando Napolitano firma i decreti di Grazia per Salvatore Piscitello, il padre che aveva ucciso il figlio disabile. Il figlio di Piscitello era un ragazzo autistico violento. L’altra Grazia aveva riguardato Ivan Liggi, un poliziotto che aveva ucciso per errore l’automobilista Giovanni Pascale che non si era fermato a uno stop delle forze dell’ordine.
Nell’agosto del 2007 Napolitano grazia cinque terroristi altoatesini. Si tratta di Josef Felder, Egon Kufner, Helmuth Moritz, Gotfried Tschaikner, Luigi Larch. Nel 1967 i terroristi altoatesini fanno saltare in aria un traliccio. Accorre una pattuglia di alpini: un militare resta ucciso. Arrivano in soccorso i carabinieri: altre tre vittime. Egon Kufner, tra gli altri, avrebbe contribuito a collocare quelle trappole: 24 anni per strage e banda armata. Ventisei anni a Moritz, 22 a Tschaikner. Condannati in contumacia, riparati in Austria. Passa il tempo e le pene detentive vengono tutte dichiarate prescritte. Per loro, come per Felder il provvedimento di grazia firmato da Napolitano si riferisce solo alla pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici.
Il 21 dicembre 2012 Napolitano grazia anche il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, condannato a una pena detentiva di 14 mesi per aver diffamato un magistrato. Napolitano commuta la detenzione a una pena pecuniaria di 15mila euro. Napolitano interviene su pressione del Consiglio d’Europa che critica duramente la sentenza penale su Sallusti.
Poco prima di lasciare il suo primo mandato presidenziale, il 4 aprile 2013, Napolitano firma la Grazia per il colonnello americano Joseph Romano, che era stato condannato dalla Corte d’Appello di Milano in relazione al cosiddetto caso Abu Omar. Sul caso era intervenuto anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Una nota dell’ambasciata Usa a Roma fa sapere al Quirinale che «l’ambasciata americana accoglie con estremo favore la decisione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di concedere la grazia al colonnello Joseph L. Romano e apprezza il contesto di amicizia italo-americana nel quale è maturata».
Certo, è curioso notare come questi atti controfirmati dal Presidente della Repubblica abbiano un chiaro significato pacificatore. E che in questa logica il caso di Silvio Berlusconi sia sempre rimasto fuori.
Lanfranco Palazzolo per il tempo
Berlusconi,fa troppa paura alle sinistre e di conseguenza anno trovato altre strade !
Dare la grazia a chi ammazza alpini, carabinieri e’ atto gravemente immorale.