29 apr – Sono un centinaio, per la precisione 97, le principali attività di controllo che gravano sulle piccole imprese italiane. Lo registra l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che le ha elencate una a una suddividendo il quadro legislativo generale in quattro grandi settori. Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro; amministrativo; contrattualistica e fisco. Innumerevoli gli Enti e Istituti incaricati dei controlli.
Ambiente e sicurezza – Per quanto riguarda l’ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro quest’area – secondo la Cgia – è interessata da 50 possibili controlli che possono essere effettuati da 11 Enti/Istituti diversi.
Settore amministrativo – Sul fronte amministrativo la Cgia ha individuato sei controlli che sono ad appannaggio di tre diversi Enti/Istituti. Sulla contrattualistica, quindi sull’area del lavoro, il numero dei controlli si ferma a 18, mentre gli Enti/Istituti interessati sono quattro.
Fisco – Infine sul fronte fiscale il numero dei controlli è pari a 23 e sono sette gli Enti/Istituti coinvolti.
Bortolussi: “Solo confusione” – “Con una legislazione spesso caotica e in molte circostanze addirittura indecifrabile – dice il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – per molte aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione, è difficile essere sempre a norma. Ricordo che il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 addetti e non dispone, a differenza delle medie e grandi aziende, di nessuna struttura tecnica/amministrativa in grado di affrontare professionalmente queste problematiche. Detto ciò, non è nostra intenzione accusare nessuno, tanto meno gli enti di controllo che, spesso, sono anch’essi vittime di questa situazione. Troppe direttive, troppe leggi, troppi regolamenti creano solo confusione, mettendo in seria difficoltà non solo chi è obbligato ad applicare la legge, ma anche chi è deputato a farla rispettare”. tiscali