24 apr – A pochi giorni dalla canonizzazione di Wojtyla, un ragazzo di 21 anni è morto a Cevo, in Vallecamonica, nel bresciano, schiacciato dal Cristo Redentore, la croce realizzata dall’artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998.
La scultura sarebbe improvvisamente crollata travolgendo e uccidendo il giovane, residente a Lovere nel Bergamasco in gita con amici dell’oratorio. I suoi amici si sono salvati scappando nella direzione opposta mentre lui è rimasto schiacciato dalla pesante croce. Sul posto è intervenuto il 118 ma i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
La croce del Cristo Redentor si è spezzata e ha travolto Marco Gusmini, escursionista di 20 anni, originario di Lovere. Inutile il soccorso dell’eliambulanza del 118: il giovane è morto sul colpo. Per motivi ancora ignoti si sarebbero spezzate, stando a una prima ricostruzione, le giunture dell’opera, facendo cadere il pezzo di legno ricurvo sul ragazzo che con un gruppo di una cinquantina di scout stava partecipando a una gita, organizzata dall’oratorio di Lovere (Bergamo).
Ad accompagnarli don Claudio Laffranchini, curato dell’oratorio, che si trova insieme ai genitori della giovane vittima all’ospedale di Esine, dove è stata portata la salma. A Lovere, in oratorio gli scout, tornati da Cevo, si sono radunati in cortile per pregare per il loro giovane amico.
Una webcam della società Wave Tech, piazzata per monitorare le condizioni meteo, può aiutare a stabilire l’ora esatta della morte del giovane. L’obiettivo è puntato sulla vallata e in particolare sulla scultura di Enrico Job, dedicata a papa Wojtyla: alle 14,04 la croce era ancora intera, mentre nel fotogramma successivo, delle 14,10, appare invece spezzata.
“E’ una tragedia ma è anche un segno – dice Renuccio Boscolo, studioso di simbologia e semantica all’Adnkronos – la cristianità sta per essere dissacrata”. ”Il grande sforzo che sta facendo Papa Francesco, sveglia anche le forze contrarie, quelle degli Inferi, che vanno combattute con la vera fede. Il Papa venuto dalla fine del mondo deve stare in guardia e innalzare la Croce, perché il vento porterà a breve un evento fatale”. ”Per gli antichi -fa notare ancora l’esperto di studi esoterici- quando le statue parlavano, piangevano o cadevano, era segno che qualcosa stava arrivando… La Croce contiene le antitesi, del bene e del male. Mentre in Occidente è il simbolo della vittoria sul male, in Oriente la Croce indica invece il Maligno”.
”Quando facciamo il segno della croce -rimarca Boscolo- noi puntiamo l’attenzione con dei segni precisi: se si spezza, può indicare una caduta nella Chiesa”. In questo caso, ”una struttura ha ceduto alla forza del vento. Nel maggio 1952 il vento colpì anche la Mole antonelliana, abbattendo un angelo”.
E poi, fa notare Boscolo, ”il numero della Croce in latino è X, dunque 10. Forse può indicare il decimo Papa, Ratzinger, (perché Wojtyla era considerato il nono papa del Ventesimo secolo, ndr) che è il simbolo della Croce e del massimo travaglio…”.