Cambiare sesso all’anagrafe senza intervento: ecco la nuova battaglia delle e dei trans
12 apr – Cambiare sesso all’anagrafe, senza sottoporsi all’intervento chirurgico, in modo da essere donne sulla carta e uomini nella vita. O viceversa ovviamente. Il Movimento d’identità transessuale ha fatto sua questa battaglia e in questi giorni ha lanciato una campagna per modificare la legge 164 del 1982, che permette di cambiare sesso ‘burocraticamente’ soltanto dopo un’operazione chirurgica.
“Un altro genere è possibile” è la campagna che il Mit ha deciso di lanciare per rispondere alle esigenze di tutte e tutti coloro che non vogliono o non hanno la possibilità di sottoporsi all’intervento per il cambio del sesso, ma che hanno definito già la propria identità di genere.
Un processo burocratico già possibile in altri paesi nel mondo, ma non nel nostro: Spagna, Germania, Argentina, Portogallo, Regno Unito, Austria sono solo alcuni degli stati in cui è possibile cambiare ‘genere’ senza cambiare ‘sesso’. Inoltre il consiglio d’Europa ha consigliato agli stati membri questa direzione in modo da non lasciare tanti cittadini in bilico tra essere uomo o donna.
Ma anche il nostro Paese in questo senso ha fatto qualche passo in avanti: recentemente il tribunale di Rovereto ha concesso a una transessuale di cambiare la dicitura dei documenti d’identità senza passare per il bisturi. Cathy La Torre, storica attivista, legale e esperta in diritto all’identità di genere, spiega che quello di Rovereto non è l’unico caso: “Ci sono già diversi precedenti del Tribunale di Roma e di Siena che hanno concesso il cambio dei documenti anche in assenza di intervento chirurgico: se la persona dimostra di vivere pienamente il suo sesso percepito anche senza l’intervento perché costringerla a qualche cosa che non vuole?”
Necessarie sarebbero però le modifiche alla 164 del 1982 che afferma che la rettificazione del sesso si fa a seguito di ‘intervenute modificazioni dei caratteri sessuali’. “Quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali mediante trattamento medico-chirurgico, allora anche i documenti potranno cambiare dicitura. Letteralmente non ‘obbliga’ all’intervento chirurgico, ma anzi dice espressamente che ‘qualora’ risulti necessario si autorizza. Ma se invece non risultasse necessario? Insistendo su questa interpretazione siamo riusciti ad ottenere quei precedenti favorevoli” spiega.
I lavori a livello politico sono già iniziati: “Sulla questione c’è un disegno di legge del senatore Sergio Logiudice pronto che sposta le procedure dai tribunali alle prefetture e tutto il processo diventa amministrativo e non giuridico. Intanto come Mit offriamo assistenza legale a tutte le persone trans che vogliano combattere questa battaglia con noi” conclude La Torre.
Le intenzioni del Mit sono determinate: “Se questo Parlamento non legifererà noi proporremo cause in ogni Tribunale d’Italia per ottenere sentenze che autorizzano il cambiamento del sesso e del nome anche senza l’intervento chirurgico. Perché l’identità sessuale è un diritto e non può essere condizionato dalla chirurgia”.
.today.it
fascistelli da strapazzo….
e menomale che ce ne sono di questi fascistelli da strapazzo,in mezzo a sti comunistelli da 2 soldi.