3 apr – Tensione tra la Nato e la Russia che accusa l’Alleanza Atlantica di rispolverare il linguaggio della Guerra Fredda. E mentre le truppe ucraine incrementano le esercitazioni al confine con la Bielorussia e ad Est, con la Russia, il Segretario Generale della Nato Anders Fogh Rasmussen avverte Mosca sui rischi di possibili nuove mosse in Ucraina dopo l’annessione della Crimea:
“Se la Russia dovesse ulteriormente intervenire in Ucraina non esiterei a definirlo un errore storico” ha detto nel secondo e ultimo giorno del vertice dei 28 a Bruxelles. “Un errore che porterebbe ad un isolamento ancora più profondo, un isolamento internazionale della Russia. E ci sarebbero conseguenze molto più gravi”.
Dopo aver sospeso la sua collaborazione con Mosca la Nato ha annunciato nuove operazioni militari congiunte in territorio ucraino che coinvolgeranno un totale di 7.000 uomini di 17 Paesi.
Il Pentagono si accinge poi ad inviare altri 175 militari nella base romena sul Mar Nero portando a un totale di 675 il numero di Marines nell’area. Una decisione presa già l’anno scorso ma che la Casa Bianca ha buon gioco ad enfatizzare nell’attuale contesto di tensione con Mosca.
Mosca chiede alla Nato di spiegare i piani per rafforzare la sua presenza nell’Europa dell’Est: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, sollecitando una risposta dettagliata anche in relazione alla Dichiarazione di Roma e all’atto base del Consiglio Russia-Nato, che a suo avviso non prevedono una presenza militare supplementare dell’Alleanza nei Paesi dell’Europa orientale.
Pare da notizia certa, che la Nato dovrà sforzarsi sulla tazza, anche perché non vi sono nei dintorni dell’Ucraina battaglioni Russi, se non quelli visti con gli allucinogeni americani, importati dai stessi dall’Afghanistan.