ROMA, 26 MAR – La “ghigliottina”, cioè la possibilità di porre ai voti alla Camera un testo del governo entro una data stabilita, potrebbe entrare in Costituzione, rafforzando così i poteri dell’esecutivo, che eviterebbe quindi il continuo ricorso ai decreti legge. Lo prevede una norma presente nella bozza di riforma del Bicameralismo che domani Matteo Renzi presenterà ai gruppi del Pd.
Quando il Pd si opponeva alla ghigliottina dicendo: “È la fine della democrazia parlamentare”
Peccato però che, appena qualche anno fa, nel 2009, durante il Governo Berlusconi e la Presidenza della Camera di Gianfranco Fini, i democratici si scagliavano contro l’ipotesi, rimasta poi tale, dell’uso della ghigliottina durante la discussione dell’ormai famoso scudo fiscale.
L’allora Presidente dei deputati Pd, Antonello Soro, domandava: “Se ora si introduce — fatto senza precedenti — la tagliola del presidente della Camera, addirittura con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza del sessantesimo giorno, cosa resta delle garanzie costituzionali per il Parlamento e i gruppi di opposizione?”. E aggiungeva: “La ‘tagliola’, che è una facoltà, non un dovere per il presidente della Camera, su un decreto correttivo di un altro decreto, con l’apposizione del voto di fiducia, è la fine della democrazia parlamentare”. Già.