19 MAR – La Commissione europea ha detto per la prima volta ‘sì’, almeno in parte, ad un’iniziativa legislativa popolare, cioè promossa dai cittadini europei. Battezzata “right2water”, questa petizione si batte per il diritto universale all’acqua e ha incassato quasi due milioni di firme, di cui circa 70mila dall’Italia.
L’esecutivo Ue, ha annunciato oggi il vicepresidente Maros Sefcovic, ha deciso quindi di assumersi una serie di impegni, fra cui il lancio di una consultazione pubblica sulla legislazione relativa all’acqua potabile “che senza dubbio porterà ad una revisione delle norme esistenti”. “Il risultato diretto del primo esercizio di democrazia paneuropea diretta dei cittadini – ha assicurato Sefcovic – saranno benefici su qualità dell’acqua, infrastrutture e trasparenza, per i cittadini europei e dei Paesi in via di sviluppo”. “Concordiamo che vada fatto di più per migliorare la qualità dell’acqua potabile delle piccole forniture, che oggi coprono oltre 60 milioni di persone nell’Ue” ha aggiunto il vicepresidente della Commissione, annunciando che gli Stati membri saranno invitati “ad assicurare una fornitura minima di di acqua a tutti i cittadini, sulla base delle proprie competenze”.
Nulla di fatto invece per la richiesta di assicurare che l’acqua sia solo un servizio pubblico: “La decisione di come fornire al meglio i servizi idrici rimane fermamente nelle mani degli Stati membri” ha detto Sefcovic, che rispetto alle preoccupazioni sulla liberalizzazione dei servizi idrici ha però confermato che “la legislazione sul mercato unico non si applica quando le autorità locali forniscono direttamente il servizio”.
Bruxelles deve rispettare le regole dei trattati europei “che richiedono all’Ue di rimanere neutrale sulle decisioni nazionali relative alla proprietà delle imprese idriche”, principio che si applica anche nelle relazioni con i Paesi terzi, ha concluso Sefcovic. (ANSA)