10 mar – Nel 2013 le compravendite delle abitazioni hanno fatto un balzo indietro di 30 anni scendendo sotto il livello del 1985, primo anno delle rilevazioni.
Complessivamente il valore di scambio delle abitazioni è stato stimato pari a 66,8 mld, circa 8 mld di euro in meno del 2012 (-10,7%). E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzie delle Entrate e del Territorio.
Nel 2013 sono stati erogati mutui, per l’acquisto di un’abitazione, per 17,6 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente si registra una contrazione di oltre 2 mld (-10,6%). E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzie delle Entrate e del Territorio.
L’andamento del mercato residenziale per macro aree geografiche, evidenzia flessioni in tutte le zone del paese. Nel IV trimestre 2013, il calo tendenziale è più contenuto al Nord (-6,0%) e sendendo lo stivale aumenta al Centro sale (-8,9%), e saggiunge il top al Sud (-10,8%). Le perdite registrate a livello nazionale si confermano, con intensità analoghe, sia nell’ambito territoriale dei capoluoghi sia in quello dei comuni minori. In particolare i capoluoghi disattendono il segnale positivo registrato nello scorso trimestre, quando avevano mostrato un seppur lieve rialzo del +0,4%. Tornano, infatti, in flessione con un tasso di perdita del -8,4%, anche se sul livello di questa variazione pesa il rinvio di parte dei rogiti ai primi mesi del 2014.
Nei comuni minori continua la contrazione delle transazioni che, con 74.095, segna un calo -7,7%. Le variazioni risultano negative ovunque, con i capoluoghi del Sud che mostrano la variazione tendenziale maggiormente negativa, -15,1%. Al Centro i capoluoghi perdono il 7,6% delle transazioni e infine al Nord il calo è del -5,3%. Nei comuni non capoluoghi delle diverse macro aree, le maggiori contrazioni degli scambi si osservano nell’area del Centro, -9,9% e del Sud, -9,2% mentre il Nord perde il 6,2% delle transazioni. Su base annua tutti gli ambiti territoriali chiudono il 2013 in calo, con i comuni minori del Centro che segnano la perdita più elevata, -12,9% e i capoluoghi del Nord che evidenziano la flessione minore, -5,2%.