9 mar – Kiev chiude i rubinetti finanziari alla Crimea: lo ha reso noto il vice premier locale, Rustam Temirgaliyev, secondo cui l’amministrazione centrale ha bloccato il sistema elettronico della sezione crimeana del Tesoro e i conti della penisola.
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Temigarliev ha escluso comunque impatti negativi sul pagamento di pensioni e stipendi: “Siamo pronti ad aprire conti in banche russe, inclusi conti in rubli. La gente non sarà lasciata senza pensioni e stipendi in nessun caso, la situazione è sotto controllo”. “La Crimea può vivere autonomamente in questa situazione”, ha assicurato. Nei giorni scorsi la stampa russa ha scritto che, secondo alcuni esperti, mantenere la Crimea costerà a Mosca circa 3 miliardi di dollari l’anno, il doppio di quello speso attualmente da Kiev.
Il premier ucraino Arseni Iatseniuk, parlando dell’occupazione militare russa in Crimea, ha arringato la folla a Kiev in occasione del 200/mo anniversario della nascita del poeta ucraino Taras Shevtcenko, uno dei simboli dell’indipendenza del Paese. ”E’ la nostra terra – ha detto – e non ne cederemo un centimetro. Che la Russia e il suo presidente lo sappiano”.
Mosca, intanto, chiede a Kiev e all’Occidente di bloccare la strada per la presidenza al leader ultranazionalista Dmitro Iarosh, capo del movimento paramilitare ”Settore destro”, risultato determinante nella fuga del presidente ucraino Ianukovich. ”Le autorità de facto di Kiev e i loro patron occidentali dovrebbero bloccare la strada al potere statale per il neo-nazista Yarosh e i suoi adepti”, ha twittato Konstantin Dolgov, inviato speciale del ministero degli affari esteri russo per la democrazia. Sabato Iarosh ha confermato la sua intenzione di candidarsi alle presidenziali di fine maggio.