5 mar. – L’impatto dell’interruzione delle forniture di gas russo in Europa per la crisi in Ucraina si sentirebbe nel 2015 e non quest’anno. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, precisando che si tratta dello scenario peggiore e cioe’ nel caso di un blocco totale dell’export russo attraverso l’Ucraina.
“Noi prefiguriamo sempre lo scenario piu’ catastrofico perche’ dobbiamo essere preparati al peggio“, ha precisato il manager di Eni durante la Ihs CERAweek. “Io penso che questo scenario non si materializzera’ ma supponendo che avvenga – non ci aspettiamo alcun problema per questo inverno. Le scorte sono sufficienti a garantire le forniture. A rischio sarebbe il prossimo anno, nel caso in cui il flusso dalla Russia rimanesse interrotto”.
In questo scenario “peggiore” Scaroni prevede problemi soprattutto nell’Europa meridionale, perche’ il gas che passa dall’Ucraina e’ diretto verso il Sud della Germania, verso l’Austria e verso l’ Italia. “Cio’ puo’ essere controbilanciato da maggiori importazioni dall’Algeria, dalla Libia e grazie al gas che puo’ arrivare in Germania tramite il North Stream.
Complessivamente – ha rassicurato – la situazione potrebbe essere affrontata. Se invece vi fossero problemi anche in Algeria e in Libia allora la situazione diventerebbe critica”.
Nel 2016 la situazione cambierebbe completamente, grazie al progetto South Stream, il gasdotto di Eni che connette la Russia con l’Ue passando sotto il Mar Nero e senza Paesi di transito. “Dal 2016 – ha concluso Scaroni – con South Stream il problema non esisterebbe piu'”. agi