Berna, 21 feb. – “Porco straniero” e “sporco richiedente asilo” non sono insulti razzisti in Svizzera, che con una sentenza della Corte suprema ripropone il rigore gia’ mostrato con l’esito del referendum sull’immigrazione di due domeniche fa.
Il tribunale federale era chiamato a esprimersi su quanto avvenuto nell’aprile del 2007 a Basilea, quando un algerino fu arrestato per aver rubato la borsa a una cittadina russa nel corso di una fiera del commercio equo. Dopo un controllo ai documenti d’identita’ il poliziotto lo ha insultato. Nel primo grado di giudizio all’agente era stata comminata una multa per aver infranto la normativa anti-razzismo. Il caso e’ poi arrivato alla Corte suprema, secondo la quali quelli sono si’ insulti ma non di stampo razzista perche’ non hanno come obiettivo un ben definito gruppo etnico, una razza o una religione.
La sentenza arriva mentre la Commissione dell’Onu per l’eliminazione della discriminazione razziale valuta i risultati di un rapporto proprio sulla Svizzera, che il 9 febbraio scorso hanno deciso di chiedere le porte all’ingresso di migranti in arrivo dall’Unione europea e ancora prima aveva deciso norme rigide nei confronti dei richiedenti asilo e sulla costruzione di minareti. La Confederazione elvetica, ha detto Anastasia Crickley, responsabile del rapporto, “deve fare chiarezza sull’effetto diretto o indiretto della propria legislazione” nel suscitare sentimenti razzisti. agi