8 febbr – Molte aziende spagnole affrontano la crisi riducendo lo stipendio dei loro dipendenti, confidando anche su alcuni meccanismi della riforma del lavoro, introdotta nel 2012. In media la diminuzione è del 10 per cento, come emerge da uno studio svolto da Fondazione Sagardoy, Club di eccellenza e Adecco.
La ricerca ha coinvolto 200 aziende significative con oltre 50 dipendenti per verificare la tendenza del tessuto imprenditoriale spagnolo, composto per il 95% da piccole e medie imprese. La relazione sottolinea che le aziendee in cui si attua la flessibilità, nel 40 per cento dei casi hanno applicato sostanziali modifiche alle condizioni di lavoro;in un altro 40% hanno fatto uso di mobilità funzionale e nel restante 20% hanno applicato misure di mobilità geografica.ß Santiago Soler, CEO della società di lavoro interinale Adecco, illustrando i risultati ha sostenuto che moderazione salariale è stata uno degli obiettivi della riforma del lavoro per raggiungere una maggiore competitività sui mercati esteri. In questo modo – ha detto – è diminuito anche il numero delle aziende che hanno fatto ricorso ai licenziamenti, scendendo dal 28 al 23,8%.
Un altro effetto della riforma del lavoro, secondo i responsabili della relazione, è la riduzione del risarcimento che pagano le aziende per i licenziamenti, sceso a 26 giorni lavorativi. D’altra parte – si sostiene nello studio – il 77,6% delle aziende anziché licenziare preferisce adottare altri provvedimenti: il 34% combinando azioni di flessibilità interne ed esterne, il 35% utilizzando misure che riguardano la distribuzione della giornata lavorativa. (ANSAmed).