8 feb. – Per salvare i rapporti diplomatici con l’Italia, il governo indiano e’ pronto a invocare un capo d’imputazione meno grave per i due maro’ italiani detenuti per la morte di due pescatori in India: lo scrive la stampa indiana, secondo cui nei loro confronti non sara’ piu’ invocato il passaggio della legge sulla sicurezza marittima (Sua Act) che prevede in modo obbligatorio la pena di morte in caso di omicidio.
Secondo Times of India, il governo ha ordinato alla polizia investigativa della Nia (National Indian Agency) lunedi’, nell’udienza dinanzi alla Corte Suprema, di perseguire Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in base a un passaggio del Sua Act (sezione 3 comma ‘A’) che comporta una pena massima di 10 anni (l’ipotesi circolata finora era invece di ricorrere al comma G-1 che prevede obbligatoriamente la pena di morte per chi abbia commesso un omicidio in mare). Secondo The Economic Times, i due militari saranno comunque anche incriminati per omicidio in base alla sezione 302 del codice penale indiano che prevede l’ergastolo e, ma solo nei casi piu’ estremi, la pena di morte. (AGI) .