Fabio Bartoli e Mirko Fabbreschi
Cartoon Heroes-Gli artisti di trent’anni di sigle tv
Casa editrice Kappa
Che differenza c’è tra Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni e L’ape Maia di Katia Svizzero? Nessuna. Sono entrambi brani che fanno parte della nostra cultura popolare. Forse non avete mai sentito nominare alcuni dei tanti musicisti del “genere sigla”, ma di certo conoscerete la loro musica. Attraverso questo libro raccontiamo e celebriamo la loro storia. Per scoprire cos’è una sigla tv, quali sono le sue caratteristiche e le sue modalità di composizione, esecuzione e trasmissione, come sono nate e si sono evolute in Italia, e chi sono gli eroi della ‘cartoon music’, inclusi quegli artisti famosissimi che per le sigle hanno lavorato quasi ‘dietro le quinte’ (come per esempio Roberto Vecchioni per la canzone di “Barbapapà”).
In allegato, un cd contenenti le sigle dei cartoni animati cantate dagli interpreti originali, in una nuovissima e inedita versione ‘”unplugged”
INTERVISTA A FABIO BARTOLI E A MIRKO FABBRESCHI, DOMENICA 26 GENNAIO 2014 (a cura di Luca Balduzzi)
Per un cartone animato straniero che arriva in Italia, avendo già una sua sigla, come nasce quella “nuova” in italiano?
BARTOLI: Nel corso degli anni la modalità di assegnazione di una sigla è cambiata: se negli anni Ottanta questo tipo di mercato era gestito dalle etichette discografiche, che potevano contare sui musicisti che ne facevano parte i quali partecipavano a sorte di gare d’appalto, oggi invece è in mano alle produzioni italiane dell’opera, che commissionano le sigle delle serie in arrivo direttamente al musicista incaricato. A non essere cambiata è la modalità di scrittura: per l’artista designato tutto inizia con una riunione con il produttore, il regista o il funzionario televisivo che cura l’edizione della serie. Durante questo briefing vengono consegnati un video con alcune immagini della serie, magari (se già esistono) le prime puntate, la videosigla e la sinossi, ossia un documento contenente le informazioni fondamentali sulla storia, sui personaggi e sui principali nodi narrativi. È in questa fase che al musicista vengono indicati eventuali suoni o effetti da utilizzare ma sopratutto che tipo di atmosfere sia preferibile evocare e su quale genere di musica orientarsi. Dopodiché la palla passa all’artista, a cui spetta il compito di cucire addosso alla serie la miglior sigla possibile tenendo appunto conto di questi parametri.
Mirko, tu fai parte di un gruppo, I Raggi Fotonici, che si sono specializzati in colonne sonore e sigle per cartoni animati…
FABBRESCHI: Potrei fingere di essere uno dei Kiss ma non ci crederebbe nessuno. Quindi ammetto che il mio gruppo di lavoro è quello che hai indicato tu. I Raggi Fotonici sono Mirko Fabbreschi, Laura Salamone e Dario Sgrò ma alliinterno del nostro progetto musicale hanno suonato nel corso degli anni molti altri musicisti. Del nucleo originale siamo rimasti Laura e io, che poi sono anche il fondatore storico della band.
Per mettere in piedi un gruppo del genere, bisogna essere necessariamente cresciuti a pane, cartoni animati e manga?!
FABBRESCHI: È innegabile che arrivare a trasformare in una professione a tempo pieno la scrittura delle sigle televisive e la così detta “musica per ragazzi” ha anche delle motivazioni generazionali. Non ci sono solo questioni così poetiche nel lavoro che facciamo ma è certo che puoi crescere negli anni settanta, l’epoca della grande diffusione dei comics made in Usa, dei manga e degli anime nipponici, e non essere contagiato da questo universo! Quando da bambino ascoltavo le voci mitologiche dei Superobots o dei Cavalieri del Re che cantavano le gesta mitologiche di Mazinga o di Lady Oscar non potevo certo immaginare che un giorno, circa vent’anni dopo, anche io avrei cantato le gesta di altri eroi ad altri bambini. E questo mi inorgoglisce e fa si che prenda con professionalissima giocosità il mio lavoro. Quindi per tornare a quello che mi chiedi: la motivazione dei Raggi Fotonici è più che altro legata al divertimento come all’orgoglio rispetto a quello che facciamo.
Al di là di Cristina D’Avena, chi sono i “concorrenti” de I Raggi Fotonici?! Gli autori e i cantanti/gruppi delle più famose sigle di cartoni animati…
FABBRESCHI: Fortunatamente non abbiamo dei veri e propri concorrenti. Non lo erano i Beatles e i Rolling Stones nonostante quello che scriveva certa stampa. Figurati se possiamo averne noi! La rivalità in un ambito come quello delle sigle tv è davvero blanda. Ognuno ha un suo circuito di riferimento. Cristina è una sorta di monumento nazionale a questo genere musicale. Il collega Giorgio Vanni fino a pochissimo tempo fa operava esclusivamente per Mediaset come noi Raggi Fotonici realizzavamo sigle solo per i canali Rai. Adesso con il proliferare dei canali satellitari e del digitale terrestre fortunatamente lo spazio che abbiamo si è decuplicato e le nostre sigle sono su Cartoon Network come su Ka-Boom! Quindi nessuna competizione. C’è spazio per tutti. E questo mi auguro faccia fortemente del bene a questo genere musicale: le “sigle tv”!
Quali sigle contiene il cd allegato al libro? Sigle, fra l’altro, presentate in una nuova versione unplugged inedita…
FABBRESCHI: Il libro Cartoon Heroes vuole raccontare la storia di un genere, quello delle sigle tv, enciclopedizzare gli artisti che lo hanno segnato, spiegare quali sono le sue regole e celebrarlo. Questa operazione letteraria è figlia però di decine di esperienze dove con alcuni miei colleghi più o meno storici ci è capitato di trovare a condividere il palco in conventions e fiere di settore.
Mi riallaccio a quanto mi hai appena chiesto per una doverosa premessa. Tra gli anni settanta ed oggi i musicisti che hanno frequentato il genere “sigla” non sono stati migliaia. Siamo in (relativamente) pochi, tutti ci conosciamo e siamo (quasi) tutti amici. Prima ancora di scrivere il libro con Fabio Bartoli, è nata l’idea di un collettivo di musicisti per uno spettacolo live. È stato un processo quasi naturale: unire le voci e sopratutto i repertori per celebrare i cartoni animati e le loro sigle, per raccontare la storia di oltre 30 anni di tv animata in Italia grazie agli interpreti originali. Ci siamo da subito immaginati un live acustico informale, tipo un falò dove si suonano chitarre, percussioni e strumenti improvvisati, dove si cantano le sigle dei cartoni animati più famosi. E poi ci siamo immaginati quanto sarebbe stato bello se a cantare quelle sigle in questo ideale e festosissimo falò non fossero degli amici qualsiasi ma fossero proprio gli artisti originali. E la cosa che stranamente ha messo d’accordo tutti fin dal principio è stata l’idea che tutti dovessero cantare e suonare su tutto. A repertori unificati. Il solista storico canta e gli altri suonano e fanno i cori e così via… per raccontare ad un pubblico più vasto possibile la storia dei cartoni animati dagli anni Ottanta ed oggi, da Mazinga a Hello Kitty. Lo spirito di questo spettacolo che ormai gira l’Italia da oltre tre anni è stato riportato anche nel cd allegato al libro.
Nel disco ognuno canta tre brani del proprio repertorio, i tre più famosi, proprio per mantenere fede alla filosofia del voler storicizzare il fenomeno delle sigle tv in Italia. Il cd è quindi una sorta di “The Best Of”degli artisti coinvolti e più in generale della cartoon-music italiana. Tutti suonano almeno un strumento, chitarre, percussioni, basso acustico, flauti, fischietti, campanelli, organetti, kazoo… e tutti fanno i cori al solista originale del brano. Volutamente usiamo strumenti acustici, non elettrici. Ci interessa spogliare le sigle dal loro arrangiamento originale e dagli orpelli dell’elettronica proprio per dimostrare che le nostre sigle sono prima di tutto delle belle canzoni, con una solida melodia e una godibile armonia. Le sigle in Italia sono così, da sempre!
Da dove è nata l’esigenza di scrivere Cartoon Heroes?
BARTOLI: L’esigenza di scrivere Cartoon Heroes nasce dalla voglia di rendere il giusto tributo al genere sigla in Italia. Sì, perché nel nostro paese -e questo è un punto su cui ci soffermiamo diffusamente nel libro- le sigle hanno dato corpo a un vero genere musicale al pari del rap, del jazz, del country e di altri ancora. E allora ci siamo detti: se esiste l’enciclopedia del rock perché non scriverne anche una sulle sigle? Abbiamo pensato così di analizzare il fenomeno nella maniera più fruibile possibile, per arrivare a un pubblico ampio e trasversale, considerando pure il fatto che le sigle costituiscono un vero e proprio collante generazionale. Come già anticipato da Mirko, ne abbiamo così analizzato la funzione, la produzione, la storia, la diffusione nell’ambito della nostra cultura popolare, lasciando spazio nella parte centrale a una panoramica enciclopedica che rende omaggio ai principali interpreti e autori che nel corso di trentacinque anni si sono cimentati in questo genere, un omaggio a dei veri e propri “Cartoon Heroes”!