23 genn – “La Micron che aveva già ridimensionato la propria forza lavoro da circa 3200 a 1100 unità nell’anno appena trascorso, ha annunciato di voler procedere con il licenziamento di ulteriori 500 persone in Italia che rappresentano un altro taglio del 50% circa di personale, distribuito nel seguente modo: 128 su 324 dipendenti a Catania, 223 su 507 ad Agrate, 53 su a 131 a Napoli , 17 su 92 ad Avezzano”. E’ quanto emerge, secondo le dichiarazioni del Segretario nazionale dell’UGL Metalmeccanici Luca Vecchio, dall’incontro di questo pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico tra i vertici della STM e le parti sociali.
“Da oltre quattro anni lanciamo grida di allarme sulla temuta delocalizzazione di Micron dal nostro paese – e nonostante gli ultimi avvenimenti, ricordiamo la cessione dello stabilimento di Avezzano, lo stop produttivo ad Agrate e lo spostamento di alcune attività del design center di Catania negli Stati Uniti. A nulla sono servite le richieste d’intervento alle istituzioni, in particolare – critica l’UGL Metalmeccanici – quelle rivolte alla Regione siciliana. La multinazionale americana, tutt’altro che in crisi, ha acquisito nel 2010 le risorse e i brevetti dei lavoratori italiani provenienti da Numonyx e adesso intende scaricarli senza un valido motivo”.
Micron, infatti, occuperebbe secondo IHS Inc, il quarto posto nella classifica mondiale delle aziende di semiconduttori dopo Intel, Samsung e Qualcomm. “Pertanto, conclude Vecchio -non possiamo rassegnarci all’idea – conclude Vecchio- che la società statunitense possa lasciare il nostro paese senza scrupoli, abbandonando nella disperazione centinaia di famiglie”.
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