19 genn – Il presidente del Senato Pietro Grasso, Partito democratico, ha nominato come componente della commissione di vigilanza Rai, azienda partecipata dallo Stato, il senatore Antonio Scavone, rinviato a giudizio con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e abuso d’ufficio.
Secondo le ipotesi della magistratura, Scavone, nella qualità di manager dell’Asp catanese, avrebbe avallato il procedimento burocratico che ha consentito di affidare senza gara un appalto milionario alla società partecipata da Melchiorre Fidelbo, marito della senatrice Anna Finocchiaro.
Scavone si difende sottolineando di aver “soltanto trasferito alla Regione l’idea progettuale di informatizzare il Presidio sanitario di Giarre”. In questo modo però – secondo gli inquirenti – avrebbe favorito l’impresa, tanto che anche il marito della Finocchiaro è imputato nello stesso processo.
Scavone è stato anche condannato dalla Corte dei Conti con l’accusa di aver provocato un danno erariale da quasi 400mila euro, si difende sottolineando di aver nominato “i migliori esperti della pubblica amministrazione che hanno portato benefici economici all’azienda”.
In Commissione di vigilanza Scavone non è rimasto a guardare, ha presentato un emendamento chiedendo che parte del canone venga destinato alle televisioni private. Resta sempre aperto un interrogativo: è opportuno che un imputato di truffa aggravata ai danni dello Stato vigili su un’azienda dello Stato? Scavone non pensa sia uno scandalo e ripone fiducia nella magistratura. corriere.it