3 genn – C’era un sistema consolidato, e diffuso, nel Palazzone di Via Ostiense per cancellare le multe ai privilegiati. E lo scandalo ora rischia di travolgere l’intero Dipartimento delle Risorse economiche di Roma Capitale a cui fanno capo l’Ufficio Contravvenzioni e l’Ufficio Notifiche. A breve, infatti, potrebbero salire a cinque gli indagati per lo scandalo delle multe cancellate a vip, raccomandati o personaggi vicini al mondo politico, ma anche a chi era pronto a contraccambiare con favori o soldi.
Mentre la Procura di Roma si appresta alla chiusura dell’inchiesta per il vigile urbano addetto alle Notifiche Manuali, Enrico Riccardi, indagato in questo filone d’inchiesta, altri due colleghi del suo ufficio rischiano di finire iscritti nel registro degli indagati e per lo stesso reato: falso ideologico mediante soppressione di atti pubblici. Le multe, appunto. I due, entrambi dipendenti del Dipartimento delle Risorse Economiche di Roma Capitale, come gli altri in servizio negli uffici di via Ostiense, si sarebbero anche loro attivati per far sparire multe e archiviare ricorsi. In questo caso anche in favore di amici, parenti o di chi era disposto a fornire in cambio «altre utilità».
Si aprirà invece a fine gennaio il processo a carico di Angelo Vitali, vicedirettore del dipartimento e funzionario della Polizia Roma Capitale, e Tiziana Diamanti, una dipendente, arrestati a maggio con l’accusa di aver fatto sparire migliaia di contravvenzioni ai vip. messaggero
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