1 genn – Ho l’impressione che si dicano un sacco di esagerazioni sulla vicenda degli orfani che non vengono fatti partire dal Congo insieme ai genitori adottivi italiani. Per ciò che ne so, non esistono orfani nell’Africa Nera, in quanto quando muore il padre, oppure quando muoiono ambedue i genitori, i bambini non sono abbandonati, ma vengono adottati dallo “zio”, e pure da tutto il clan. Nel 1966 volevo adottare una bambina orfana di tre anni, Hèléne, ma lo “zio” si oppose, pur ringraziando, poiché in Congo non esistevano gli orfani. Ciò è stato confermato sere fa in un dibattito pubblico a Corridonia da un missionario della Consolata, da anni in Congo a Kinshasa.
Se le autorità congolesi si oppongono, oppure ci vanno caute, è perché americani e canadesi si stanno portando via i bambini congolesi senza alcun controllo. Ciò sempre secondo quel missionario. Esiste, allora, una “tratta” dei bambini congolesi, fatti passare per “orfani” da una organizzazione missionaria o laica, o da burocrati governativi? Quanto è costato ai futuri genitori italiani adottare un bambino congolese?
I bambini sono una ricchezza per l’Africa Nera e in tale maniera vengono considerati da quelle popolazioni. In questo caso gli Africani si dimostrano più civili e umani di noi Occidentali.
Certe cose il ministro Kyenge dovrebbe conoscerle; a meno che, stando nel mondo civilizzato, abbia dimenticato come la pensano dalle sue parti. Dove dovrebbe ritornare a curare dalle tremende malattie tropicali gli occhi dei bimbi della sua tribù, i Bakunda. Tanto come ministro è inutile e ci costa soldi.
1 gennaio 2014
Giorgio Rapanelli