28 dic – Due prefetti per ogni prefettura. C’è riuscito il governo Letta, varando un’infornata di circa 22 nuovi prefetti, misura che porta il numero dei rappresentanti dell’esecutivo sui territori a un numero complessivo di 207, a fronte delle 103 prefetture esistenti in Italia (più le due speciali di Trento e Bolzano). Le Larghe Intese, oltretutto, raggiungono l’obiettivo del raddoppio dei prefetti (superburocrati profumatamente sipendiati) a fronte del commissariamento pevisto per il 2014 di 52 province (ente cui la figura del prefetto è legata), che si sommano alle 20 già commissariate in precedenza dal governo Monti.
Lo denuncia la testata online La Nuova Bussola Quotidiana, che non trova spiegazione alle decisioni della maggioranza se non nella difesa della categoria prefettizia: si tratta di “Mero arroccamento burocratico: in vista di futuri tagli al numero complessivo dei prefetti – scrive Vincenzo Luna -, meglio allargarsi, finché i ministri di oggi si prestano ad assecondare un passo del genere, suggerito dal ceto prefettizio. In tal modo – aggiunge -, se mai domani dovesse arrivare qualche sforbiciata, sarebbe sempre sul di più già ottenuto”.
Incongruenze e sprechi – E pensare che già prima dell’ultima infornata non è che i prefetti in Italia fossero pochi: 185, 80 in più delle prefetture esistenti. La misura del governo fa imbufalire le forze di polizia, invece costrette a un serrato turn over per ragioni di spending review: “I prefetti alla fine potrebbero essere più di 207 – dice al Corriere della Sera Giovanni Aliquò, per 12 anni presidente dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia -: io ne ho contati 18, al Viminale, nei soli ranghi del Dipartimento per la Pubblica Sicurezza”. libero