Priorità e risparmi di Monti: restyling per la sala stampa, via il Tiepolo voluto da Berlusconi

Roma, 22 nov. – Il Tiepolo tanto amato dal Cavaliere potrebbe traslocare da palazzo Chigi. Nei tre anni del Berlusconi quater il dipinto è stato una presenza fissa alle spalle del leader del Pdl e dei suoi ministri, che di volta in volta si alternavano durante i briefing con i giornalisti. Nei prossimi giorni la copia de ‘La Verità svelata dal Tempo’, il capolavoro settescentesco del pittore veneziano potrebbe essere rimosso dalla sala stampa della presidenza del Consiglio.

Il premier Mario Monti, raccontano, starebbe pensando di rinnovare lo ‘sfondo’. Oggi, già sarebbero al lavoro i tecnici per cambiare look. La notizia del restyling è trapelata in queste ore, alimentata dalle dichiarazioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ieri, dopo il varo della legge su Roma Capitale ha incontrato i media fuori dalla sede del governo motivando così lo speech in piazza Colonna: ”La settimana prossima il premier Monti vuole inaugurare la sala stampa e per cortesia istituzionale abbiamo pensato di non incontrare lì i giornalisti”.

Non a caso, subito dopo aver incassato la fiducia a Montecitorio, a sorpresa, il presidente del Consiglio ha voluto parlare ai giornalisti nella Sala del Mappamondo della Camera.

Al suo ritorno a palazzo Chigi (nel 2008), Berlusconi decise di puntare su un dipinto per la sala stampa. La Verità del Tiepolo, appunto, rappresentata da una giovane fanciulla adagiata tra le braccia di un vecchio (il Tempo).

”Le tv la inquadrano durante le conferenze stampa, le immagini vanno in tutto il mondo, ci vuole una bella opera d’arte”, disse il neopremier ai più stretti collaboratori, affidandosi ancora una volta al suo architetto di fiducia, Mario Catalano per trovare quella giusta. E su una rosa di dieci proposte alla fine scelse una riproduzione della famosa tela del Tiepolo (1696-1770), realizzata nel 1743 sul soffitto di una villa vicentina e poi custodito nel museo di Vicenza. Qualche mese dopo il suo debutto (agosto del 2008) l’opera settecentesca è protagonista di un vero e proprio giallo: il seno nudo della giovane donna che rappresenta la Verità viene ritoccato e coperto. La testimonianza fotografica è inequivocabile. Prima si scorge un capezzolo. Poi il capezzolo sparisce. Coperto, si suppone, con due colpetti di pennello. Vittorio Sgarbi, critico d’arte ed ex deputato berlusconiano, grida alla censura: ”Cos’hanno fatto? Ma davvero?, Pazzi, sono dei pazzi…”.

Scorrendo le cronache di allora, fonti di palazzo Chigi spiegavano così le ragioni del ‘ritocco’: ”E’ opera dei tecnici: con un’iniziativa autonoma hanno pensato che la visione del capezzolo, a volte inevitabilmente in evidenza nelle riprese delle conferenze stampa, potesse urtare la sensibilità di qualche spettatore”.

adnk