20 nov. La Camera ha bocciato la mozione di sfiducia individuale presentata dal M5s contro il ministro di Grazia e Giustizia Annamaria Cancellieri con 405 no, 154 si’ e tre astenuti.
Ma il prezzo non e’ basso, se e’ vero che Guglielmo Epifani in persona non rinuncia alle critiche in Aula e, una volta uscito in Translatlantico, non puo’ far a meno di ammettere che “il governo e’ piu’ debole” e ora serve “uno scatto”. Anna Maria Cancellieri si difende, viene difesa, e mentre la votazione e’ ancora in corso pare destinata ad una riconferma. “Ho affrontato questi giorni da persona libera e forte sapendo di aver agito sempre con lealta’ e fedelta’ alle istituzioni. Se avessi avuto anche solo un dubbio su questo, avrei lasciato l’incarico”, sillaba dal banco del governo, chiamata a parlare.
Le danno fiducia Ncd, Fi e Pd, oltre a Scelta Civica. I numeri ci sono, ma quando Renato Brunetta prende la parola ha facile gioco nel girare il coltello nella piaga. “E’ una fiducia di Pirro”, esclama mentre dai banchi del Partito Democratico si odono mugugni. Ma lui tira dritto e si rivolge direttamente al premier Letta. Gli dice: “Renzi ormai capo del Pd vuole sloggiarla al piu’ presto”; ora il governo, ha aggiunto, ha “un doppio cappio attorno al collo”. Di piu’: “Assistiamo ad una danza macabra il cui protagonista e’ Renzi che intende demolire il suo avversario e finto compagno, nonche’ premier protempore, Enrico Letta”.
Semplice dialettica tra alleati delle larghe intese che sembrano sempre piu’ la Strana Coppia? Non si direbbe, a sentir parlare Epifani. Il quale, nel suo intervento, invoca rispetto per il Pd, ma non puo’ fare a meno di rivolgersi al Ministro della Giustizia con toni molto duri. “Le diciamo di andare avanti, ma anche che non con le parole ma con i fatti ci sia da parte sua l’impegno con forza a rimuovere una parte di queste critica”, spiega, “trovi lei il modo anche visibile per consentire a chiunque di poterle fare una telefona o accedere a una procedura cosi’ che chi non ha voce possa farsi ascoltare.
E dia una maggiore attenzione nei confronti del tema delle carceri”.
Il minimo indispensabile, insomma. Pippo Civati non a caso prende la parola alla fine del dibattito, a titolo personale, per dire che votera’ in favore della Cancellieri per sola disciplina di partito. I renziani, tutto sommato, sono soddisfatti: Maria Elena Boschi ribadisce i suoi dubbi ma sottolinea che “il Pd e’ un partito vero”. Dopo l’8 dicembre per loro, lo sara’ ancora di piu’. Certe ferite rischiano di restare.
E’ sempre così, i sotterfugi vengono messi a tacere…l’onesto resterà sempre indietro….