19 nov – Il mondo del calcio tedesco è sotto shock. Burak Karan, ritenuto fino a pochi anni fa uno dei giocatori più talentuosi della Germania tanto da essere convocato nella nazionale under 17, è rimasto ucciso in un raid dell’esercito siriano ad Azaz, località al confine con la Turchia. Karan – riporta la ‘Bild’ – aveva tutte le carte in regola per sfondare nella Bundesliga, ma ha scelto di combattere con i ribelli contro Assad. In nazionale giocava a fianco di calciatori come Sami Khedira, ora al Real Madrid, o dell’ex milanista Kevin-Prince Boateng. Ma la vita da star non si addiceva al giovane musulmano, figlio di immigrati turchi a Wuppertal, nella regione industriale del Nord Reno-Westfalia.
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“Soldi e carriera non erano importanti per lui”, ha affermato il fratello Mustafa al quotidiano tedesco. Il suo obiettivo, da un certo punto in poi – ha spiegato – era diventato “aiutare i suoi fratelli musulmani”. Marcus Olm, suo allenatore nelle giovanili dell’Hannover 96 ne ha ricordato la religiosità: “Non importa se si stesse allenando o se si trovasse in trasferta, doveva pregare cinque volte al giorno”.
La sua decisione di lasciare il calcio era maturata nel 2008, quando appena 20enne aveva iniziato a frequentare un gruppo fondamentalista che gravitava intorno alla moschea di Wuppertal. Tra questi c’era anche Emrah Erdogan, un cittadino tedesco di origine turca arrestato quest’anno in Tanzania per l’attacco degli Shabab somali contro un centro commerciale a Nairobi, in Kenya.
Il percorso religioso di Karan iniziò ad assumere contorni estremisti, al punto che le autorità tedeche iniziarono a controllarlo da vicino. Nel 2013 la sua partenza per la Siria, dove più tardi lo raggiunsero la moglie e i suoi due figli. Su YouTube – subito dopo la morte – è comparso un video che lo mostrava armato di mitra inneggiare al jihad.
Karan si era fatto crescere la barba alla maniera dei salafiti. Ora le autorità tedesche hanno aperto un’indagine sulla sua presunta militanza in organizzazioni terroristiche. “E’ una notizia scioccante. Una tragedia”, sono le uniche parole pronunciate da Michael Gorlitz, uno che giocava insieme a Karan e che i campi della Bundesliga è arrivato a calcarli.
AMEN!