15 nov – Sono sotto processo per alterazione di stato i genitori cremonesi del bimbo nato da un utero in affitto. La coppia, che si è vista togliere il bimbo, rischia una condanna, (ma in realtà è stato punito il bambino, strappato alla famiglia)
Sulla vicenda è intervenuta anche Eugenia Roccella, ex sottosegretario del ministero della salute durante il governo Berlusconi: “E’ sempre il minore a rimetterci con queste pratiche di maternità frammentate”. Il bimbo ha quasi 2 anni ed è stato dato in affidamento su decisione del Tribunale dei minori di Brescia. La prima udienza del processo, davanti al Tribunale di Cremona, si è svolta il 22 ottobre, la seconda è prevista per il 14 gennaio.
Tutto inizia nel 2011, quando la coppia, residente a Ricengo vicino Crema, prende contatti con la società Ltd Biotexcom Center for Humanreproduction goup Reinessancee’, che sul suo sito si presenta come leader nel settore della riproduzione assistita in Ucraina. Per affittare l’utero, marito e moglie versano 6 mila euro di anticipo ma complessivamente il costo dell’operazione si aggira attorno ai 30 mila euro.
Il bimbo è stato iscritto all’anagrafe di Kiev come figlio della coppia, così come prevede la legge ucraina e poi portato in Italia. Intanto l’ambasciata ucraina ha chiesto all’Ufficio anagrafe del Comune di residenza della coppia di trascrivere il certificato di nascita. Poi qualcuno ha segnalato alla procura che la donna non era mai rimasta incinta. Così è partita così l’inchiesta. Nell’udienza del 22 ottobre, sono stati sentiti, un impiegato dell’anagrafe e un medico, come testimoni del pm del tribunale di Cremona Francesco Messina. Il processo, presieduto dal giudice Pierpaolo Beluzzi, è stato aggiornato al 14 gennaio.
www.today.it