Le donne iraniane: lasciateci cantare, la voce non è contro Dio

 

iran3 nov – “Se la voce delle donne fosse contro la religione, Dio le avrebbe create mute”. Cosi’ Jivar Sheikholeslami, 32enne cantante di un gruppo folk iraniano di sole donne, commenta le enormi limitazioni che si trova a subire nel suo paese. In Iran, infatti, le cantanti donne sono fortemente osteggiate, non possono cantare da soliste e posso esibirsi solo di fronte a una platea di sole donne, ma e’ vietato fotografarle e filmarle durante la loro performance. L’elezione del presidente moderato Hassan Rohani, insediatosi a giugno, fa tuttavia sperare che qualcosa cambi.

Jivar e le sue compagne dovevano esibirsi la scosa settimana in un teatro di Teheran, ma fino all’ultimo non era chiaro se le autorita’ avrebbero concesso il via libera. Alla fine, come riporta il Financial Times, l’ok e’ arrivato, ma il concerto non ha avuto alcuna pubblicita’ e lo stesso teatro non ne ha esposto i manifesti all’ingresso. Comunque moltissime donne si sono presentate e sono entrate in teatro sotto il controllo delle forze di sicurezza, che accertavano che fossero vestite in modo sufficientemente ‘islamico’ e che sequestravano i cellulari che evitare che il concerto fosse filmato. Una volta dentro, si sono tolte il velo e si sono scatenate.

Dal 1979, in Iran e’ vietata la musica che promuove “la cultura decadente occidentale” e che puo’ distrarre da Dio e dalla religione. Il pop e il rock sono fortemente scoraggiati, mentre il rap e’ del tutto bandito. Sono vietati i cabaret, i caffe’ che ospitano concerti, i club in cui si balla. I canatanti di sesso maschile possono liberamente eseguire musica folk, mentre per le donne ci sono molte piu’ limitazioni. Ma le recenti dichiarazioni del nuovo ministro della Cultura, Ali Jannati, suonano come un cambiamento di rotta.