31 ott – Il recupero di un bambino conteso da genitori di nazionalità diverse poteva costare anche 200 mila euro. E’ uno dei retroscena dell’operazione ‘Caronte’ condotta dai Carabinieri che ha portato all’arresto di sette persone. Gli organizzatori della ‘tratta di bambini’ si nascondevano dietro l’attività di una società di sicurezza norvegese denominata “ABP World Group”.
Veterani dei corpi speciali delle Forze Armate di mezzo mondo insieme a una ex campionessa olimpica di vela ucraina organizzavano vere e proprie missioni paramilitari per il “recupero” dei minori, che erano veri propri sequestri di persona come spiega il procuratore aggiunto Maurizio Scalia.
“Nelle intercettazioni si parla a più riprese di armi, perchè una delle opzioni per il rapimento dei bambini era quello dell’uso della forza”.Per ogni rapimento, il punto di partenza era sempre lo stesso: il divorzio di una coppia costituita da coniugi di differenti nazionalità e la conseguente decisione sull’affidamento dei figli. Per aggirare alla decisione delle autorità genitori senza scrupoli si affidavano alla banda criminale. Il gruppo, che aveva base vicino Palermo, operava in diversi paesi fra cui Tunisia, Cipro, Egitto e Libano.