La scostumata Boldrinova fa fare anticamera al Nobel Aung San Suu Kyi

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31 ott – Non capita tutti i giorni di vedere un premio Nobel per la pace fare anticamera al piano nobile di Montecitorio, fuori dallo studio della presidente Laura Boldrini. E’ successo ieri pomeriggio ad Aung San Suu Kyi, giunta per la prima volta in Italia in visita ufficiale. Più d’uno dei presenti nel salottino attiguo alla stanza presidenziale ha percepito come quegli interminabili minuti diventassero, secondo dopo secondo, sempre più lunghi e imbarazzanti.

Al punto che perfino una figura sobria ed elegante come la leader della Lega nazionale per la democrazia birmana, tra una parola e l’altra alla sua traduttrice, non ha saputo resistere alla tentazione di dare un’occhiatina all’orologio, così, tanto per controllare che alla base di quell’attesa imprevista non vi fosse un anticipo sulla tabella di marcia nell’arrivo alla Camera dei Deputati.

Addirittura ci si sarebbe potuto aspettare che la stessa presidente scendesse ad attenderla all’ingresso principale di Montecitorio. Fosse stato un presidente della Camera uomo a ricevere così un’ospite donna, qualcuno avrebbe tirato in ballo anche il galateo. Ma tant’è.

Nell’attesa è stato anche ipotizzato che Boldrini fosse impegnata in un precedente incontro andato per le lunghe, ma la curiosità di vedere chi mai ci fosse di tanto importante nella sua stanza da indurla a far attendere Aung San Suu Kyi è stata sostituita dallo sbalordimento quando dalla porta lignea del suo studio la terza carica dello stato è uscita accompagnata solo dai suoi stretti collaboratori.

Fatte uscire telecamere e taccuini per un faccia a faccia di venti minuti, Boldrini ha poi accompagnato la leader dell’opposizione birmana al regime dei militari nella sala Aldo Moro, dove ad attenderla c’era l’appuntamento con le domande di una delegazione di deputati interessati ad incontrarla. Non moltissimi in realtà, in ogni caso meno di quelli che il cerimoniale della Camera aveva stimato sarebbero intervenuti, visto che delle 24 sedie preparate per ospitare i parlamentari almeno un quarto sono rimaste vuote.

Telesio Malaspina per l’espresso