25 ott – Tratto da Fides – Un tribunale nella città iraniana di Rasht ha condannato quattro membri della Chiesa dell’Iran, denominazione cristiana protestante, a 80 frustate ciascuno per aver bevuto vino della comunione durante una liturgia cristiana. Come appreso da Fides il verdetto è stato emesso il 20 ottobre e i quattro cristiani, tutti cittadini iraniani, hanno 10 giorni per fare ricorso. Come riferisce a Fides l’Ong Christian Solidarity Worldwide (Csw), la sentenza è motivata dal «consumo di alcol» e dal «possesso di una antenna satellitare». Secondo fonti di Fides, il provvedimento fa parte del giro di vite sulle cosiddette “chiese domestiche” che non sono autorizzate né tollerate, e contro le comunità che celebrano il culto in lingua persiana.
In una dichiarazione inviata a Fides, Mervyn Thomas, direttore esecutivo di Csw, afferma: «Le pene inflitte a questi membri della Chiesa dell’Iran criminalizzano il sacramento cristiano della comunione nella Cena del Signore e costituiscono una violazione inaccettabile del diritto di praticare la fede liberamente e pacificamente. Sollecitiamo le autorità iraniane ad assicurare che le procedure legali della nazione non contraddicano il suo obbligo internazionale a garantire il pieno godimento della libertà di religione o di credo».
L’altroieri, 23 ottobre, una clamorosa manifestazione per la libertà religiosa si è svolta davanti al famigerato carcere di Evin, a Teheran. Come appreso da Fides, il pastore cristiano americano Eddie Romero La Puente ha inscenato una protesta per chiedere il rilascio di cinque cristiani detenuti per motivi di coscienza: Farshid Fathi, pastore cristiano iraniano; Saeed Abedini, cittadino iraniano naturalizzato americano che aveva avviato un orfanotrofio a Teheran; Mostafa Bordbar, attivista cristiano; Alireza Seyyedian, membro di una delle chiese domestiche; Mohammed Ali Dadkhah, eminente avvocato di Teheran, difensore e promotore dei diritti umani. Il pastore Eddie Romero La Puente è stato subito arrestato ed espulso dal paese.