Sultano del Brunei introduce la sharia: lapidazione, amputazione degli arti, fustigazione

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25 ott – Lapidazione per gli adulteri, amputazione degli arti per i ladri, fustigazione per le persone scoperte a bere alcool. Queste sono solo alcune delle pene che, entro i prossimi sei mesi, entreranno a far parte del codice penale dello Stato del Brunei, in un’interpretazione sempre più stretta della Sharia, il codice morale dell’Islam.

L’introduzione delle nuove regole è stata annunciata dal 67enne Sultano Hassanal Bolkiah, padre-padrone della piccola nazione del Borneo, noto alle cronache internazionali per essere uno degli uomini più ricchi del mondo – la sua fortuna è stimata in 20 miliardi di dollari – e per il suo sontuoso stile di vita – vive in un palazzo con 1.800 camere e 290 bagni e pare che abbia una collezione di circa 5 mila automobili, comprese Ferrari, Lamborghini, Aston Martin e Rolls Royce.

«GIUSTIZIA PER TUTTI » – Il Sultano ha affermato, durante una conferenza stampa a Bandar Seri Begawan, la capitale del Brunei, che «con l’entrata in vigore di questa legislazione il nostro dovere nei confronti di Allah è adempiuto».

Una legislazione fortemente voluta dal Sultano che, dal suo insediamento nel 1968, ha guidato il paese verso l’ortodossia Islamica tanto da aver fatto approvare recentemente una norma che introduce gli studi Islamici come materia obbligatoria nelle scuole. Per il Muftì Awang Abdul Aziz, la figura religiosa più importante del Paese, la nuova legislazione «garantirà giustizia per tutti e la salvaguardia del benessere della nazione, in quanto non saranno lapidazioni e amputazioni indiscriminate ma verranno eseguite con metodi giusti e onesti».

ISLAM – Le pene verranno applicate solamente alla popolazione musulmana che corrisponde ai due terzi dei 420mila abitanti del Brunei – il restante terzo è equamente diviso tra Buddisti e Cristiani. Secondo l’associazione Open Doors il Brunei si classifica al 27esimo posto al mondo nella classifica dei paesi che perseguono i Cristiani mentre il governo cerca di diffondere il più possibile la pratica dell’Islam arrivando a pagare, per i meno abbienti, le spese per il pellegrinaggio a La Mecca.

Se la notizia dell’introduzione di queste nuove pene ha fatto rapidamente il giro del mondo allarmando le associazioni che si battono per i diritti civili e la libertà religiosa, in Brunei la notizia non ha dato vita a proteste e manifestazioni di sdegno essendo la critica nei confronti delle decisioni del Sultano ben poco tollerata e, quindi, ben poco praticata.

Tomaso Clavarino per “Corriere.it