In un anno 585mila disoccupati in più e mezzo milione in cassa integrazione

disocc13 ott – Sono 500mila i lavoratori in Cig, 187.000 sono a rischio lavoro, e si contano 585.000 disoccupati in più in un anno. Sono questi i dati diffusi dall’Osservatorio su Cig e Occupazione curato dal Dipartimento Industria e mercato del lavoro della Cisl nazionale. “La cassa integrazione resta su livelli elevatissimi, con uno spostamento da cassa ordinaria a cassa straordinaria, comunque entrambe in crescita, e quindi una transizione verso crisi più strutturali. O addirittura verso la disoccupazione, visto l’aumento del 22,3% delle domande di mobilità e disoccupazione nel periodo gennaio–agosto 2013, rispetto al 2012” afferma Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl, chiedendo che la “legge di stabilità metta il lavoro al primo posto”.

“La notevole riduzione della cassa in deroga rispecchia, invece, i noti problemi di finanziamento – sottolinea Sbarra – il totale delle ore autorizzate nei primi nove mesi dell’anno, apparentemente vicino al totale dello stesso periodo del 2012, sarebbe assai superiore considerando le domande di cassa in deroga inevase”. “I lavoratori equivalenti in cig – prosegue il sindacalista – sono oltre 500.000, ma il numero effettivo è assai superiore, considerando l’utilizzo della cig a rotazione e tenendo conto che molti dei lavoratori in cassa erano in part time”. Sbarra quindi evidenzia “la pesante situazione nell’edilizia, con un aumento delle ore del 15% e una forte crescita della cassa straordinaria (+45%)”.

“Da una nostra elaborazione sui dati Inps – prosegue Sbarra – che tiene conto del tiraggio medio del 2012 e che considera i soli lavoratori in cassa straordinaria e in deroga, che possono più facilmente preludere a una perdita del posto di lavoro, i lavoratori a rischio di perdita del lavoro sono 187.286, Anche i dati Istat sull’occupazione mostrano difficoltà profonda. Nel secondo trimestre 2013 abbiamo perso 585.000 posti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto nel Mezzogiorno”.

“La diminuzione – sottolinea – continua a riguardare soprattutto i giovani e la fascia 35-49 anni, mentre continuano a crescere gli occupati con almeno 50 anni, a causa della forzata permanenza al lavoro dovuta alle nuove regole pensionistiche”. Da diversi mesi non è più solo il manifatturiero a perdere occupati. Un vero e proprio crollo di occupazione si osserva nell’edilizia, con un -12,7%, e l’occupazione ha iniziato a contrarsi anche nel terziario e nell’agricoltura, settori che avevano tenuto. Neppure il lavoro ‘non standard’ sembra rappresentare una alternativa: un calo significativo si registra, dalla fine del 2012, per i contratti a termine e le collaborazioni.