11 ott. – Il 30 aprile 2012 Enrico Bondi fu nominato dal governo Monti quale commissario alla Revisione della Spesa dello Stato italiano: un commissario straordinario per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo.
Ora e’ stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza nell’ambito di un filone d’inchiesta sui dossier illeciti di Telecom Italia. Il processo comincera’ il prossimo 11 novembre davanti alla quarta sezione penale. La richiesta di rinvio a giudizio per Enrico Bondi e per l’ex capo del personale di Telecom Roberto Maglione era stata avanzata dai pm Alfredo Robledo e Antonio D’Alessio lo scorso maggio.
La vicenda riguarda la finta cimice trovata il 20 agosto di 12 anni fa nell’auto noleggiata un paio di settimane prima a Fiumicino da Bondi, scelto da Marco Tronchetti Provera come a.d. della societa’ di telecomunicazioni. Bondi, sentito dagli inquirenti il 12 novembre 2010, aveva negato che l’episodio della microspia avesse avuto come conseguenza l’allontanamento dell’allora segretario generale di Tlc Vittorio Nola. Proprio quest’ultimo aveva sporto denuncia. Stando alla ricostruzione dell’accusa, invece, Bondi avrebbe omesso “di comunicare quanto a sua conoscenza in merito alle ragioni dell’avvenuto allontanamento dalla Telecom di Nola, escludendo che tale ultimo accadimento fosse da collegare con l’evento della cimice ‘famosa’”.
Maglione, invece, durante la sua testimonianza nel corso del processo sui dossier illegali, “affermava il falso e negava il vero, laddove – si legge nell’imputazione – dichiarava di non aver assistito (quale responsabile del personale) ad alcun incontro con Bondi e Nola”, nel quale “fu comunicato, in realta’ in sua presenza, a quest’ultimo da parte dello stesso Bondi, l’immediato, improvviso ed immotivato allontanamento dall’azienda Telecom”.