3 ott. – Le autorita’ russe hanno incriminato per pirateria l’italiano Cristian D’Alessandro, uno dei 30 attivisti arrestati per il blitz del 21 settembre su una piattaforma nell’Artico. Lo si apprende dal profilo twitter dell’organizzazione ambientalista. D’Alessandro era a bordo del rompighiaccio Arctic Sunrise quando un gruppo di attivisti tento’ di salire su una piattaforma di Gazprom nel Mare di Pechora. Finora sono stati gia’ incriminati almeno altri 19 attivisti di varie nazionalita’. Cristian e tutti gli attivisti di Greenpeace rischiano fino a 15 anni di detenzione, secondo quanto prevede l’articolo 227 del Codice penale russo.
L’equipaggio dell’Arctic Sunrise, gli attivisti e i due giornalisti freelance a bordo della nave sono nelle mani delle autorita’ russe dal 19 settembre, quando la Guardia costiera abbordo’ e sequestro’ la nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali. Dal 24 settembre sono detenuti nella citta’ portuale di Murmansk. In un comunicato, Greenpeace ha chiesto al governo italiano di sostenere l’azione del governo olandese presso il Tribunale Internazionale previsto dalla Convenzione Onu sul diritto del mare.
Nelle ultime ore l’accusa, ha comunicato l’addetto stampa di Greenpeace Russia, Tatiana Vasileva, e’ stata formalmente notificata anche a Andrey Allakhverdov, ex giornalista e portavoce di Greenpeace Russia, e all’operatore radio australiano Colin Russell. Questa mattina, la Commissione investigativa aveva contestato accuse identiche ad altri tre membri dell’equipaggio, la danese Anne Mie Roer Jensen, il neozelandese Jonathan Beauchamp e il fotografo russo freelance, Denis Sinyakov. Oltre a quest’ultimo, vi e’ anche un altro reporter freelance, il britannico Kieron Bryan, che e’ stato incriminato, ieri, insieme ad altre 14 delle 30 persone che si trovavano a bordo dell’Arctic Sunrise. (AGI) .
Mannaggia.. non era la EXXON.. 😉
Ogni tanto una buona notizia.. basta leggere facilmente in rete :
La Exxon suona Greenpeace… come un violino
(tesi: chi viene finanziato dai petrolieri)
..La verità è che le grandi compagnie petrolifere sono controllate delle stesse persone che finanziano i movimenti ambientalisti attraverso fondazioni esenti da tasse…