1 ott – Dal 2010 a oggi, cioè da quando le elezioni politiche decretarono la vittoria dei Conservatori di David Cameron, il pubblico impiego britannico è entrato in un tunnel da incubo. Il dieci per cento dei dipendenti pubblici britannici ha perso il lavoro.
Lo rivela una ricerca della GMB (General Municipal Boilermakers, l’antico nome dell’organizzazione sindacale dei calderai, del quale è rimasto soltanto l’acronimo) – uno dei maggiori sindacati del regno di Elisabetta – svolta sui dati ufficiali dell’ONS (Office of National Statistics, l’ISTAT inglese). Le politiche messe in atto dal governo conservatore hanno comportato la perdita di 631mila posti di lavoro.
Brian Strutton, Segretario Nazionale della GMB per i servizi pubblici, ha dichiarato: “Queste nuove statistiche mostrano l’effetto devastante dei tagli e dell’austerity voluta da questo governo. In alcune parti del paese – quelle che sono più dipendenti dal settore pubblico per sostenere le loro economie locali – siamo alla tragedia“.
Ma il peggio deve ancora venire. Le prospettive di bilancio fanno intendere che tale politica continuerà senza sosta: entro la fine della legislatura, nel 2015, sono previsti altri 400mila tagli nel settore pubblico.
Economie locali devastate
“Come risultato, conclude Strutton, molte comunità in alcune delle regioni più svantaggiate troveranno la loro economia locale ridotta a brandelli“. Il sindacato GMB segnala che la tensione ha ormai superato i limiti, e che ilprossimo 4 Ottobre è stata convocata un’assemblea nazionale per decidere come reagire aquesto vero e proprio attacco.
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