15 sett – Miss Italia sì, Miss Italia no. Ma non solo. Mentre in Rai si continua a dibattere sull’utilità di spendere soldi “pubblici” per la sfilata tricolore più famosa, un altro programma comincia a fare discutere. E, in quanto a polemiche, non ha niente da invidiare a Miss Italia.
A lanciare l’anteprima è Il Giornale che racconta:
Pare che nel cast di Ballando con le stelle, la sfida di ballo tra vip capitanata da Milly Carlucci sul primo canale (in onda dal 5 ottobre), possano entrare tre nomi che di sicuro faranno discutere, del resto li si chiama apposta: per fare chiasso, e conseguenti ascolti, attorno allo show. Dunque tra gli allievi danzatori potrebbe figurare Lea Cerezo, nata Leandro Medeiros Cerezo, figlia del noto calciatore brasiliano Toninho Cerezo, ora allenatore in Giappone e diventata donna a trent’anni grazie a un’operazione chirurgica.
Ma non è tutto. Perché oltre a Lea Cerezo, nel cast dovrebbero trovare spazio anche Jesus Luz, modello divenuto famoso per essere stato il “toy boy” di Madonna e Natassia Kinsky, bellissima attrice figlia di Klaus.
Certo – riflette irriverentemente Il Giornale – professionisti chiamati per il loro talento, oltre che per l’avvenenza, con alle spalle una carriera e ovviamente liberi di scegliersi il genere sessuale a cui appartenere, ma pur sempre persone che hanno riempito le cronache di gossip. Dunque, la Tv pubblica, sotto la sobria e rigida guida della presidente Anna Maria Tarantola, da una parte ha deciso di non mandare più in onda Miss Italia (che migrerà su La7) in ottemperanza alla missione da «servizio pubblico», e dall’altra, per rivitalizzare uno show che negli ultimi tempi si stava affievolendo, punta su personaggi che fanno scalpore.
Poi, Laura Rio, autrice dell’articolo, fa un passo indietro e torna alle dichiarazioni della Boldrini e della stessa Tarantola che avevano bollato Miss Italia come “un modello retrivo di rappresentazione femminile e non un elemento di evoluzione”.
“Dunque – si chiede la Rio – il modello moderno per il genere femminile sarebbe quello di collezionare toy-boy? O più semplicemente un trans fa più rumore di una ragazzina che sfila in costume da bagno con un numerino attaccato alla spallina del reggiseno?”
Ai posteri, o agli ascolti, l’ardua sentenza.
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