Bufera sul giudice Esposito. Coppi: “Ora dica anche CHI informò Berlusconi”

coppi6 AGO –   Il presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonio Esposito, in un’intervista al ‘Mattino’, parla della sentenza che ha portato alla condanna di Silvio Berlusconi, anche se questa mattina ha poi smentito alcuni passaggi della stessa intervista. Il direttore del quotidiano ‘Il Mattino’, dal canto suo, conferma: “Posso assicurare voi e i miei lettori – ha detto a ‘Start’, programma di Rai Radio 1 – che l’intervista e’ letterale, cioe’ sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova”.

Nell’intervista pubblicata dal quotidiano si leggeva che l’ex premier Silvio Berlusconi sarebbe stato condannato perche’ sapeva, non perche’ non poteva non sapere. “Non poteva non sapere? Potrebbe essere un’argomentazione logica ma non puo’ diventare principio alla base della sentenza”, si legge nell’intervista pubblicata dal quotidiano.

“Noi potremmo dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva. Non e’ che tu non potevi non sapere perche’ eri il capo – si leggeva nell’intervista – Teoricamente, il capo potrebbe non sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere perche’ Tizio, Caio o Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. E’ un po’ diverso dal non poteva non sapere”.

Quanto alle polemiche sulla presunta fretta nel giudicare Berlusconi, Esposito nell’intervista chiarisce: “C’e’ un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione. Questo collegio di giudici, che poi muta nel corso dei mesi estivi, serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione oppure, altro esempio, quando i termini di custodia cautelare possono decadere”. Quindi, aggiunge, “atto dovuto per qualunque processo con qualunque imputato”.

Immediata la reazione dei legali di Berlusconi. A partire dall’avvocato Franco Coppi, che all’Adnkronos dice: ”Siamo presi in assoluto contropiede da un’iniziativa del tutto inusuale e dai contenuti che a nostro avviso non hanno corrispondenza in quello che e’ il processo. Siamo pieni di perplessita’…”.

”La sentenza ormai c’e’ -prosegue Coppi- ma le dichiarazioni rese, soprattutto quelle su Brelusconi che sarebbe stato informato da Tizio, Caio o Sempronio, ci lasciano davvero sorpresi. Visto che ormai il ghiaccio e’ stato rotto, Esposito dica anche chi sono gli informatori del Cavaliere’‘.

”Ci dica nomi e cognomi -incalza il legale di Berlusconi- e gli atti del processo da cui risultano queste dichiarazioni. Se si parla della motivazione prima ancora che sia depositara, allora dica tutto…”, taglia corto Coppi.

Giudizio severo quello di Niccolò Ghedini. “Solo nei processi nei confronti del presidente Berlusconi possono verificarsi fatti simili. Prima del deposito della motivazione nel processo cosiddetto ‘Diritti’ il presidente del collegio della sezione feriale della Corte di Cassazione dott. Esposito avrebbe anticipato le motivazioni della sentenza ad un giornalista del ‘Mattino’ di Napoli che lo ha riportato con grandissimo risalto. Il fatto in se’ e’ ovviamente gravissimo e senza precedenti”.

“Fra l’altro -continua Ghedini- Esposito avrebbe affermato che il presidente Berlusconi sarebbe stato avvertito delle asserite illecite fatturazioni da ‘Tizio, Caio e Sempronio’ e per cio’ meritava la condanna. La tesi in punto di diritto e’ del tutto errata, ma come qualsiasi controllo degli atti puo’ dimostrare cosi’ non e’. Mai nessun testimone ha dichiarato che Silvio Berlusconi conoscesse o si occupasse dell’acquisto dei diritti cinematografici ne’ in particolare che si occupasse degli ammortamenti o delle dichiarazioni fiscali. Dunque il presidente Berlusconi doveva essere assolto”.

“Dimentica altresi’ Esposito che alla difesa del presidente Berlusconi sono stati negati sistematicamente tutti i testimoni che avrebbero potuto comunque escludere radicalmente ogni sua responsabilita’. Ma sempre Esposito oggi ha smentito l’intervista affermando di aver parlato in generale. La tesi gia’ di per se’ sarebbe assai peculiare, poiche’ e’ facile cogliere l’inopportunita’ di tale intervento senonche’ il direttore del giornale in questione ha dichiarato che l’intervista a Esposito e’ stata trascritta letteralmente e vi e’ la registrazione. Se cosi’ fosse tale accadimento e’, come e’ facile comprendere, ancor piu’ grave e dimostrerebbe un atteggiamento a dir poco straordinario. E’ evidente che gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l’accaduto che non potra’ non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa”, conclude Ghedini.

“E’ normale che Antonio Esposito entri nel merito della sentenza con una intervista? – chiede il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl -. E’ questo il nuovo stile dei giudici della Cassazione? Credevo che i giudici parlassero attraverso le sentenze, anche se controverse, e che i magistrati fossero ‘la bocca della legge’. Ma vuol dire che mi sbaglio”.

“Siamo trasecolati di fronte al fatto che il presidente di una sezione della Cassazione faccia interviste ai giornali e pasticci talmente le cose da essere anche costretto a smentirne alcune parti – afferma Fabrizio Cicchitto -. Giustamente il senatore Bondi ha ricordato che i giudici dovrebbero parlare solo attraverso le sentenze ma ormai siamo al punto che alcuni magistrati, sapendo che fanno politica con le loro sentenze allora tanto vale che le difendano sui giornali, in televisione, in attesa di poterle difendere in Parlamento”.

Per il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri “l’intervista del presidente della sezione feriale della Cassazione, Esposito, rilasciata al Mattino e’ un fatto clamoroso”. “Siamo sbigottiti di fronte a una palese violazione delle prerogative della magistratura. E’ stupefacente -aggiunge- che abbia enunciato, tra l’altro con argomentazioni del tutto errate, le ragioni della sentenza di condanna a Berlusconi prima che le motivazioni stesse siano depositate. Un atto sconcertante da parte di un giudice che preferisce la ribalta mediatica al silenzio d’obbligo in questi casi”.

Secondo Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera, l’intervista di Esposito è “perlomeno inopportuna, non cambia nulla rispetto alla sentenza né alla motivazione della sentenza che è fatta sulle carte processuali. Un Presidente di un Collegio prima che venga depositata la motivazione di una sentenza di condanna credo che non debba rilasciare interviste”.

Mentre di una “tempesta in un bicchier d’acqua” parla Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. “Questo -sottolinea Sabelli- perche’ si sta parlando di una sentenza irrevocabile, definitiva. Penso che questo caso vada ricondotto entro i suoi giusti limiti: non si puo’ parlare di un’anticipazione di giudizio” e le parole di Esposito “non hanno alcun effetto processuale: il giudicato e’ intangibile”.

Detto questo, e sottolineando che l’Anm si e’ sempre espressa in tal senso, “va ricordato -dice Sabelli- che non e’ opportuno che il titolare di un procedimento ne parli, proprio per evitare polemiche, soprattutto in procedimenti che hanno un forte rilievo mediatico come questo. Ma ripeto, e’ un fatto modesto, contenuto”. ADNKRONOS