5 ago – Il fatto che riferiamo è accaduto l’altra notte presso l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. È una vicenda reale, anche se sembra emergere da un album dell’orrore, dalla fantasia di uno sceneggiatore.
Ecco i fatti. Presso il reparto di Nefrologia era ricoverato fino a ieri mattina un anziano e stimatissimo medico in pensione (E. M., 83 anni) per una grave forma di insufficienza renale. Alle 13 di ieri la figlia del professionista raggiunge il reparto per una visita al padre e trova il genitore affranto che le chiede con insistenza di voler essere dimesso subito “a causa di quanto è accaduto stanotte”.
Dalla denuncia dettagliata presentata al drappello qualche ora dopo emerge una ricostruzione del fatto che lascia davvero increduli. “Mio padre versa in gravi condizioni di salute ed è di fatto immobilizzato per la malattia dovuta alla dialisi. Nella notte, dopo essere stato visitato dal medico di turno, il quale gli faceva fare un clistere, iniziava a defecare e, chiamato l’infermiere di turno, chiedeva di essere cambiato per il bruciore e il forte caldo”.
Il racconto diventa, a questo punto, surreale. L’infermiere dice che la richiesta non può essere accolta, perché è troppo presto per “cambiare il pannolone” e si allontana dalla stanza. Dopo due ore di sofferenza e di lamenti del medico, torna l’infermiere che esordisce così: “A chi vuoi rompere le scatole, noi dobbiamo dormire”. Vedendo, poi, l’anziano ricoverato piangere e lamentarsi lo libera con molto fastidio e plateale, ostentato disgusto del pannolone. Un’operazione un po’ complessa, alla quale cerca di collaborare lo stesso medico, che però, nello slancio di adoperarsi e visibilmente scosso per l’atteggiamento assunto dall’infermiere , si sporca le mani. “Togli queste mani piene di merda”, è l’urlo dell’energumeno in camice bianco. Il medico sta male, trema, alla sofferenza fisica si somma l’umiliazione e la lesione della dignità che ognuno vorrebbe poter conservare anche in momenti così duri e drammatici. Ma non è finita. L’infermiere, a questo punto, infastidito dal pianto del vecchio professionista e dopo aver cercato di zittirlo, sempre urlando, gli lancia il pannolone in faccia sporcandolo di feci, anche sul viso.
La figlia del dottor E. M. ha chiesto l’identificazione e la conseguente punizione dell’infermiere che nella notte tra il due e il tre di agosto prestava servizio presso il reparto di Nefrologia dove il padre era ricoverato con altri tre degenti.
Sarebbe il caso però che, al di là delle attività di indagini dell’autorità giudiziaria e dei reati che certamente saranno rilevati, l’ospedale si ponesse il problema della qualificazione professionale e del profilo etico dei propri addetti, assumendo drastici provvedimenti per riportare nei luoghi di cura e di sofferenza la professionalità e la dedizione del personale. Un’azienda universitaria non può essere una suburra.
fonte iconfronti
Persona indegna. Lui e quelli come lui meritano di provare esperienze come quelle che infliggono a chi è immobilizzato su un letto e non ha nemmeno modo di rispondere ai propri bisogni primari. Però dovrebbero provarlo ora, ad una età più giovane, per vedere se è piacevole essere umiliati in queste maniere. Se la giustizia come è probabile troverà mille attenuanti, spero che per controparte a questa persona il destino riservi malattia e dipendenza dagli altri fino alla fine dei suoi giorni.
La logica risposta a questo vigliacco non sarebbe quella di denunciarlo: sappiamo benissimo come “funzionino” le cose sotto questo aspetto. Il tizio andrebbe pestato fino a ridurlo un vegetale…scommetto che in questo modo capirebbe cosa si prova a trovarsi in un letto, senza potersi pulire ed essere autonomo. E mi auguro che dopo un trattamento simile possa incontrare un infermiere che si comporti con lui allo stesso modo.
Sono un infermiere!!! e ne sono fiero… mai mi sognerei di rivolgermi in quel modo e fare certe cose, per essere un buon e bravo infermiere, bisogna essere prima di tutto caritatevoli verso chi soffre, poi usare amore, umanità soprattutto verso gli anziani e malati. Quel personaggio che si identifica come infermiere, non sa cosa vuol dire essere prima una persona, poi un infermiere. Non tanta il fatto che la professionalita’ possa farsi’ che si impara a trattare con il malato, ma addirittura umiliare la persona, la sua dignita’. Quel tizio non solo sarebbe da allontanare e mandarlo in galera per maltrattamenti,, ma lo stesso Direttore Sanitario sarebbe da licenziare. La notte non si dorme, e ammesso che ci possa scappare un pisolino, il malato va consolato, aiutato, servito, pulito. Tu non sei un Infermiere, tu sei un criminale, infanghi il buon nome dei veri professionisti dell’Assistenza Ospedaliera. Purtroppo la Giustizia Italiana fa talmente schifo non ti fara’ nulla, ma sappi che un giorno non lontano anche tu subirai tutte le umiliazioni che ai fatto subire a questo povero malato. Meriti la morte con tante sofferenze.
luigi hai dato una grande risposta a quel figlio di puttana che si spaccia per infermiere. Se non ha voglia di lavorare andasse fuori dai coglioni, perchè di nullafacenti e cialtroni bastano quelli che ci rappresentano.